Comune accusato di illeciti sul Pgt, il sindaco pronto a sporgere denuncia contro ignoti
Succede a Legnano. Dubbi sulla reale identità della persona che ha firmato la missiva (e che è morta quattro giorni dopo) e sul fatto che nel documento si faccia riferimento ad atti ancora riservati.
Lettera diffamatoria sul Piano di Governo del territorio, il Comune di Legnano è pronto a presentare denuncia e querela contro ignoti.
Lettera diffamatoria sul Pgt, la Giunta incarica il sindaco di sporgere denuncia
La segnalazione di "illeciti di rilevanza amministrativa e penale in merito all'adozione del Pgt" è arrivata a Palazzo Malinverni dalla Prefettura di Milano, che a sua volta l'ha ricevuta dalla Direzione centrale per le autonomie del Ministero dell'Interno. Nella missiva, "affermazioni diffamanti e calunniose nei confronti dell'Amministrazione comunale, della posizione di vertice amministrativo dell'Amministrazione stessa nonché nei confronti di alcuni dirigenti". Tanto che la Giunta ha dato mandato al sindaco Lorenzo Radice di presentare denuncia e querela alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio. A complicare la questione il sospetto che l'autore della lettera non sia in realtà la persona (peraltro morta quattro giorni dopo la data della missiva) il cui nome è riportato in calce alla stessa e il fatto che quest'ultima faccia riferimento "ad atti e documenti cel Comune di Legnano non disponibili al pubblico o non ancora pubblicati all'albo pretorio alla data di redazione della missiva stessa".
Dubbi sulla firma in calce alla missiva e l'ipotesi di un corvo a Palazzo Malinverni
Nella delibera di Giunta che autorizza Radice ad adire le vie legali "a tutela dell'onorabilità e della reputazione degli amministratori e funzionari coinvolti", si specifica che la lettera "risulta sottoscritta in data 6 dicembre 2023 da tale signor A.B. residente a Legnano, che in quella data aveva 97 anni e che è morto quattro giorni dopo, il 10 dicembre" e che "la sottoscrizione in calce alla missiva appare palesemente difforme da quella del defunto, come depositata all'Anagrafe di Legnano in sede di rilascio della carta d'identità dello stesso e che si ha dunque ragione di ritenere che il redattore e sottoscrittore della missiva sia in realtà un diverso, e a oggi sconosciuto, soggetto che abbia voluto celare la propria identità". A rafforzare tale sospetto, "anche il fatto che la missiva risulta fare riferimento ad atti e documenti del Comune di Legnano non disponibili al pubblico o non ancora pubblicati all’albo pretorio alla data di redazione della missiva stessa" (per esempio la delibera di approvazione della variante al Piano di governo del territorio e verbali delle conferenze dei capigruppo); il defunto A.B peraltro "non risulta aver effettuato alcun accesso agli atti, né essere titolato alla conoscenza dei verbali da lui citati".
L'episodio "si inserisce in un clima intimidatorio già noto alle autorità"
Secondo la Giunta arancione, la lettera diffamatoria si inserisce "in un clima intimidatorio di cui le autorità sono già state portate a conoscenza", tanto che al Comune di Legnano, per gli anni 2022 e 2023, sono stati assegnati contributi dal Fondo per la legalità e la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori (conferiti agli enti locali che abbiano subito nell’anno precedente episodi di intimidazione nei confronti dei propri amministratori, connessi all’esercizio delle funzioni istituzionali esercitate).