Come rianimare i neonati: missione di un medico rhodense nei campi profughi della Libia
Il dottor Rossano Rezzonico, primario di Terapia Intensiva Neonatale, in Tunisia per fare formazione rivolta a medici che lavorano nei campi profughi

Missione umanitaria per un medico rhodense
Il primario di Terapia Intensiva neonatale di Rho in cattedra
Un medico rhodense, il dottor Rossano Rezzonico, primario del reparto di Terapia Intensiva Neonatale, in Tunisia per una missione di formazione rivolta a medici della Libia che lavorano nei campi profughi nelle aree di Janzour e Gharyan. Il progetto, sostenuto dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, con la partecipazione di tre associazioni non governative prevedeva assistenza e corsi di formazione ai medici libici che lavorano nei campi profughi libici, e ai medici di ospedali collegati ai campi profughi.
Una missione formata da 5 professionisti
“La nostra missione – spiega il dottor Rezzonico -, era formata da 5 medici: dal ginecologo Niccolò Giovannini, dall’ostetrica Giorgia Alazraki, dai neonatologi Maria Letizia Caccamo, dal pediatra Marco Neb e dal sottoscritto. Abbiamo svolto formazione nel campo ostetrico, neonatale e pediatrico. Nei primi due giorni si è parlato delle emergenze ostetriche in caso di parto difficile, i successivi due giorni sono stati impegnati in un corso teorico e pratico di rianimazione Neonatale ed emergenze neonatali e infine sono state discusse le emergenze pediatriche” Per ragioni di sicurezza, visto quello che sta succedendo il Libia, la sede del corso è stata Hammamet, in Tunisia “La partecipazione dei medici libici, ostetrici, ginecologici e pediatri – afferma il dottor Rezzonico -, è stata veramente ottima. Alla fine del corso tutti hanno superato brillantemente l'esame teorico e pratico. Non sono mancate però le sorprese, all’ultimo momento e senza spiegazioni il governo libico ha bloccato la partecipazione di un gruppo di medici che lavora nei campi profughi. Difficile comprenderne le ragioni, forse una misura legata alla imminente guerra civile o per limitare la divulgazione di quanto accade nei campi profughi.
La difficile situazione nei campi profughi
I giorni del corso sono stati anche occasione di scambi di informazioni sanitarie ma anche sulla situazione in Libia e su come vivono i colleghi libici. Dai racconti dei colleghi libici – prosegue il medico rhodense -, emerge una difficile situazione, non solo nei campi profughi, di cui hanno confermato le drammatiche condizioni, ben note, ma anche gravi problemi di sicurezza per gli stessi cittadini libici con atti di violenza e rapimenti, soprattutto nelle periferie delle città. Per questo motivo – afferma il dottor Rezzonico -, la maggior parte dei medici libici cerca di emigrare in paesi come Inghilterra, Canada o Stati Uniti”. Un corso, perfettamente riuscito anche grazie alle informazioni fornite dal primario rhodense. “Con questo corso – conclude Rezzonico -, speriamo di aver dato un contributo, seppur modesto alla salute delle donne e dei bambini dei campi profughi libici e un significativo segno di vicinanza e solidarietà, grazie a ICU e all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo».

