Cnh Industrial al Mise: l’obiettivo è il rilancio della produzione

L'incontro, avvenuto ieri pomeriggio a Roma, tra il sindacato e il governo. Al tavolo, presente l'azienda, intenzionata però ad andare avanti con il piano industriale.

Cnh Industrial al Mise: l’obiettivo è il rilancio della produzione
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Cnh Industrial al Mise: l’obiettivo è il rilancio della produzione. L’incontro, avvenuto ieri pomeriggio a Roma, tra il sindacato e il governo. Al tavolo, presente l’azienda, intenzionata però ad andare avanti con il piano industriale.

Cnh Industrial al Mise

Si è svolto ieri, lunedì 28 ottobre, l’incontro tra sindacati e azienda presso il ministero dello Sviluppo Economico, a Roma. Un tavolo chiesto unitariamente dai sindacati, per avviare un confronto dopo la presentazione del nuovo piano strategico quinquennale 2020-2024 “Transform 2 Win”. Al centro dell’attenzione, la trasformazione in polo logistico 4.0 dello stabilimento di San Mauro Torinese, e la chiusura di quello di Pregnana Milanese. Una strategia che vede 370 esuberi, 110 solo in quello di Pescarito.

Il piano industriale

Una politica aziendale che si pone l’obiettivo di realizzare entro il 2021 lo spin off separando le attività industriali del gruppo e per le diverse aree di business e migliorare complessivamente i risultati di fatturato, margine e redditività del capitale investito. Inoltre, fatta eccezione per i siti dove si producono macchine agricole e per lo stabilimento delle macchine movimento terra che non sarebbero impattate dalla ristrutturazione, la situazione è la seguente: per Brescia permane l’incertezza sul futuro dello stabilimento a fronte di volumi in calo da anni; Foggia nonostante il trasferimento delle produzioni da Torino rimarrebbe ad oggi senza volumi per almeno il 20% della forza lavoro dopo comunque l’utilizzo di un ammortizzatore sociale. Torino vedrebbe l’allocazione delle produzioni di Pregnana e la “svolta” elettrica nella produzione di assali e trasmissioni e dell’allestimento delle batterie secondo quanto dichiarato dalla CNHi.

Dalla Fiom

La Fiom ritiene indispensabile un confronto con azienda, Regioni e Governo per cambiare il piano industriale a partire da due elementi imprescindibili: il mantenimento della capacità industriale e dell’occupazione; e che, inoltre, il cambiamento tecnologico di digitalizzazione e green non sia pagato dall’occupazione.

“Abbiamo proposto alle istituzioni presenti di avviare un coordinamento per mettere in campo le sinergie necessarie a investire risorse pubbliche e aziendali per saturare tutti gli stabilimenti, visto che la stessa direzione aziendale ha riconosciuto la capacità professionale delle maestranze – commenta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile automotive -. E’ inaccettabile che con l’aumento della redditività e il raggiungimento degli obiettivi finanziari per gli azionisti non solo non migliorino le condizioni dei lavoratori ma che non possa accadere che addirittura si metta in discussione l’occupazione, l’Italia ha già pagato un prezzo nel recente passato con la chiusura di Imola e della Valle Ufita del gruppo CNHi”.

Il piano industriale e occupazionale dovrà essere trovato in un accordo complessivo tra azienda sindacati, Regioni e Mise.
La Fiom ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di svolgere un ruolo di garante del confronto, visto il grande numero di lavoratori coinvolti e l’importanza dell’azienda nei settori, auspicando una partecipazione diretta del Ministro Patuanelli.

“Condividiamo la dichiarazione del Vice capo di Gabinetto del Mise che, in chiusura, ha definito l’obiettivo di non chiudere, ma anzi rilanciare la produzione di CNHi in Italia – aggiunge il segretario nazionale -. La Fiom ritiene, che se di vittoria si deve parlare nel piano questa riguarda tutti, non solo l’azienda e gli azionisti. Sosterremo le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti a rischio”.

Dalle altre sigle

Sono state ribadite le istanze anche dalla Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr, presenti al tavolo al Mise.

“Abbiamo richiesto di trovare una soluzione che preservi la continuità produttiva a Pregnana Milanese; offrire le necessarie tutele ai lavoratori di San Mauro Torinese la cui riorganizzazione, per stessa ammissione della direzione aziendale, determina circa 110 eccedenze; dare le dovute garanzie a tutti gli stabilimenti toccati dalla riorganizzazione. Nel chiedere a CnhI di rivedere il piano industriale, rivendichiamo una modifica che possa salvare Pregnana senza naturalmente condannare altri stabilimenti, poiché non sarebbe accettabile una logica che spostasse i problemi anziché risolverli. In ogni caso, né a Pregnana né a San Mauro né altrove, il sindacato accetterà licenziamenti e quindi chiederà soluzioni che offrano effettiva tutela occupazionale”.

On. Riccardo Olgiati: "Continueremo a monitorare la situazione"

L'Onorevole Riccardo Olgiati ha fatto il punto su quanto emerso dall'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico al tavolo per la crisi aziendale CNH.

"Si è svolto al Ministero dello Sviluppo Economico il tavolo per la crisi aziendale CNH per il sito produttivo di Pregnana Milanese a seguito della riorganizzazione aziendale che nelle intenzioni del gruppo dovrebbe portare alla chiusura dello stabilimento dal giugno 2020. Quanto emerso dall’incontro evidenzia una differenza di vedute fondamentale tra azienda e sigle sindacali e Governo: mentre la prima ha come obiettivo quello di trovare una soluzione per salvaguardare la posizione dei lavoratori ipotizzando il riassorbimento all’interno o all’esterno del gruppo sindacati e Governo hanno l’obiettivo di salvaguardare l’unita produttiva del sito di Pregnana anche attraverso la creazione di partnership di potenziali investitori in un settore, quello dell’automotive, che ha di fronte a se una fase di grande trasformazione improntata principalmente sulle tecnologie green.
Tuttavia è sicuramente da apprezzare il fatto che l’azienda abbia scelto di comunicare alle sigle sindacali la volontà con ampio anticipo rispetto ai 75 giorni minimi richiesti dalla legge. Dinanzi a questa situazione si apre un’opportunità importante da cogliere, quella di sfruttare al meglio gli strumenti sia a livello territoriale che nazionale ed il tempo a disposizione affinché il sito di Pregnana non solo continui la sua vocazione produttiva ma possa anche essere protagonista di questa trasformazione.
Continueremo a monitorare la situazione in modo costruttivo per cercare di risolverla nel migliore dei modi sia per l’azienda ma soprattutto per i 300 lavoratori che da un giorno all’altro rischiano di guardare al futuro senza la necessaria serenità".

Silvia Scurati: "Il Governo latita sulle crisi occupazionali anche in Lombardia"

“Un incontro quello di ieri presso il Ministero dello Sviluppo Economico che si è risolto in un nulla di fatto. Governo latitante.” Così Silvia Scurati, consigliere comunale a Bareggio e consigliere regionale della Lega, ha commentato la riunione di ieri pomeriggio a Roma dove si sono confrontati i sindacati dei lavoratori della CNH di Pregnana Milanese e il colosso Italo-statunitense che produce macchinari agricoli e mezzi pesanti. “Un nulla di fatto che avrà come esito lo stabilimento chiuso e una cascata di licenziamenti, circa 300 che rischiano di rimanere a casa e 116mila metri quadri di fabbriche che potrebbero cadere nell'abbandono, praticamente un intero polo industriale”, spiega Scurati.
“È il cupo il futuro per la fabbrica di Pregnana Milanese a cui il Mise sembra aver recitato il Requiem”, conclude Scurati. “La Lombardia ha messo in campo tutte le azioni di mediazione e di tutela per i lavoratori, ottenendo nei Comuni interessati anche e soprattutto una solidarietà bipartisan ai lavoratori della CNH. Ma dal Governo ci saremmo aspettati molto, molto di più.”

Le parole dell'assessore Rizzoli

Anche l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Melania Rizzoli ha commentando gli esiti del vertice che si e' tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza relativa allo stabilimento CNH di Pregnana Milanese.

"Mantenere il sito produttivo di Pregnana Milanese e tutelare i livelli occupazionali: questa la posizione di Regione Lombardia esplicitata al Mise ai vertici di CNH al Tavolo a cui hanno partecipato i vertici del ministero dello sviluppo economico e i rappresentanti sindacali. La storia dello stabilimento di Pregnana e della presenza gruppo CNH in Lombardia - ha proseguito - documenta la necessita' di una continuita' produttiva e occupazionale, percio' abbiamo chiesto un esito diverso per il Piano industriale presentato, dando la disponibilita' ad una rapida verifica degli strumenti resi disponibili da Regione Lombardia, per scongiurare la chiusura del sito. Sono disponibile - ha rimarcato l'assessore Rizzoli - a incontrare rapidamente i sindacati e i rappresentanti del gruppo, a seguito delle prime interlocuzioni svolte con ciascuna delle parti in questi giorni, anche coinvolgendo altri assessori regionali in ragione delle specifiche deleghe, per lavorare su soluzioni nel pieno sostegno di un proficuo confronto sindacale, che auspico si possa svolgere nella comune ricerca di soluzioni industriali e occupazionali. Chiediamo al Governo - ha concluso - di essere attore protagonista sostenitore di soluzioni per Pregnana, insieme a Regione e ai soggetti istituzionali e sociali del territorio".

Giovedì 31 nuovi scioperi

Giovedì 31 ottobre sono previste due ore di sciopero unitario per raggiungere l’obiettivo di rilanciare la produzione e l’occupazione di CNHi in Italia. E’ la seconda mobilitazione organizzata dai sindacati, dopo quella dello scorso 4 ottobre.

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