La storia

"Che emozione quando Maradona mi chiese la maglia"

Il magentino Fabio Calcaterra, ex calciatore dell'Inter, racconta l'episodio.

"Che emozione quando Maradona mi chiese la maglia"
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«Fabio, scusa, ma la tua maglia non me la dai?». Un semplice gesto che racconta l’umanità di un campione. Una richiesta comune tra giocatori, ma che fatta da quello che è considerato il giocatore più forte ed importante di tutti i tempi, assume tutt’altro valore.

"Che emozione quando Maradona mi chiese la maglia"

A raccontare l’episodio è Fabio Calcaterra, ex giocatore dell’Inter e ex dirigente a Magenta (ma anche alla Sampdoria, al Napoli e al Benevento), città in cui è nato, dopo la morte, lo scorso 25 novembre, del campione argentino. «Che emozione quel giorno. Io militavo nel Cesena e l’allenatore mi diede il compito di marcare Diego Armando Maradona. Non era la prima volta ma l’emozione era sempre tantissima. Negli scorsi incontri un mio compagno era sempre riuscito ad anticiparmi e chiedere la maglia a Diego prima ancora di entrare in campo. Quel giorno, ricordo che eravamo allo stadio San Paolo di Napoli, avvisai tutti che la maglia quella volta l’avrei chiesta io». E fu così: «Diego oggi ti marco io. A fine partita mi daresti la tua maglia? Maradona fu d’accordo e poco dopo il match cominciò. Non era molto ispirato quel giorno, toccò pochi palloni ma non per merito mio (sorride, ndr), però bastò un’azione: mi dribblo e fece l’assist per il gol partita. A fine gara andai da Diego e gli chiesi la maglia, lui se la sfilò e me la diede. Mentre stavo tornando negli spogliatoi, mi sentii chiamare, mi voltai e c’era Maradona che mi inseguiva». A quel punto il Pibe de oro chiese perché Fabio non gli avesse dato la sua casacca. «Io gli domandai, stupito, se davvero volesse la mia maglia e lui mi rispose di sì. Ce la scambiammo ed io rimasi impietrito per qualche istante. Maradona aveva voluto la mia maglia. Un gesto di un’incredibile umanità e sensibilità. Per un calciatore è un grande gesto di rispetto e considerazione. Diego aveva la capacità di non farti pesare la sua grandezza e questo era apprezzato da tutti quelli che lo avevano conosciuto, anche solo per il tempo di un abbraccio».

Tanti ricordi sul campo

Il giorno dello scambio della maglia non fu la prima volta che Calcaterra incrociò Maradona: «Passai in prestito dall’Inter al Cesena, disputammo un’amichevole estiva e il mister mi diede il compito di marcarlo. Fu la prima di diverse volte. Per me fu sempre un onore scontrarmi con lui. Era onesto e non si lamentava mai. Le doti calcistiche erano illimitate ed imprevedibili. Diego usciva da ogni schema. Nei miei sei anni di Serie A ho affrontato tantissimi campioni come Gullit e Van Basten, ma avere Diego accanto, dava un’emozione diversa». Calcaterra non vuole entrare nel privato del fenomeno argentino: «Non lo conoscevo personalmente e quindi credo sia corretto non giudicare, da fuori è sempre troppo facile farlo. Però tengo con me tutti i ricordi dei miei compagni che erano stati anche i suoi. Tutti hanno sempre descritto Maradona come un compagno fantastico, generoso ed altruista, sempre pronto a proteggere tutti. Ho vissuto e lavorato a Napoli e quello che ha lasciato Diego, non solo in campo, è impressionante. Il suo amore per le persone di Napoli vive ancora nelle nuove generazioni e questo è il regalo più bello che un uomo possa fare».
Luca Cianflone

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