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Caso Vismara, tabulati e celle per dimostrare il complotto

Spunta un presunto palo presente fuori dalla palestra di Baranzate.

Caso Vismara, tabulati e celle per dimostrare il complotto
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Caso Vismara, continuano le indagini difensive per dimostrare che la comandante fu vittima di complotto. Dopo l'interrogatorio della comandante, avvenuto a novembre, il pm Gianluca Prisco, che nel frattempo aveva chiesto la proroga delle indagini, ha chiesto prove concrete di alcuni elementi chiave forniti da Lia Vismara, indagata per detenzione ai fini di spaccio, dopo che a gennaio fu fermata, fuori da una palestra di Baranzate, con alcune dosi di cocaina nascoste sotto il sedile dell'auto.

La vicenda

Da subito la numero uno del comando di via Cattaneo, difesa dall'avvocato Roberto Grittini, si proclamò innocente, gridando a un complotto. Diverse le piste battute, dalle telecamere alle analisi forensi sulla vettura che, per, avevano portato ad un punto morto. Nel mezzo, anche degli esposti contro i Carabinieri, che quella sera fermarono e perquisirono Vismara, per presunte irregolarità procedurali e incongruenze nei successivi verbali. Denunce reiterate anche di recente dalla stessa comandante, convinta che quella sera fu incastrata. Da chi, al momento, non è ancora chiaro, visto che le ipotesi che portavano ad ex colleghi sono state scartate dal pm.

Caso Vismara, tabulati e celle per dimostrare il complotto

L'ultima svolta sarebbe la comparsa di un supertestimone, afferente al mondo delle forze dell'ordine, che avrebbe fornito informazioni utili per chiarire la dinamica del fermo. Spunta anche l'ipotesi di un palo, appostato fuori dalla palestra, per seguire le mosse della comandante. Tutti elementi che, però, devono trovare conferma in prove concrete, da qui le indagini difensive che si allargano ai tabulati telefonici delle persone presenti sulla scena la sera del fermo. La difesa, insomma, non demorde, nel tentativo di dimostrare il complotto e scagionare così Vismara dalle accuse di spaccio.
Invariata anche la posizione del Comune, che al momento non ha aperto alcun procedimento disciplinare nei confronti della numero uno del Comando.

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