La storia

"Arrivano i rom": i vicini vogliono comprare il terreno

L'agenzia che ha il mandato per la vendita del terreno ha "allertato" i condomini scatenando una reazione collettiva.

"Arrivano i rom":  i vicini vogliono comprare il terreno
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Un terreno privato non edificabile in vendita fra i condominii di via Fratelli Cervi e il fontanile. Si sparge la voce che potrebbe essere acquistato da una famiglia rom, e scatta la "mobilitazione" da parte di amministratori condominiali e cittadini per provare a evitare questa eventualità.

"Arrivano i rom"

«E’ una settimana che non dormo, spero proprio che qualcuno intervenga perché se arrivano queste persone poi non si sa cosa succede» così si esprime un cittadino residente nei palazzi confinanti con il terreno da quattro mesi in vendita. «Se arrivano davvero ci perde tutto il Comune, non solo chi vive qui» aggiunge un altro residente. La vicenda è nata alcuni giorni fa dall’agenzia immobiliare che ha il mandato per la vendita del terreno, la Facile Immobiliare di Milano.

L'agenzia e gli amministratori condominiali

«Una famiglia rom di Baggio si è rivolta a noi alla ricerca di un terreno. Gli ho proposto quello di Cornaredo, e hanno mostrato il loro interesse con un’offerta vantaggiosa - spiega l’agente che sta gestendo la compravendita - L’ho comunicato ai condominii vicini per una questione di opportunità e di visibilità sul territorio, immaginando che anche da parte loro avrebbe potuto esserci interesse».
La possibilità di questa compravendita ha messo in allarme centinaia di persone residenti nei dintorni del parco comunale su cui si affaccia il terreno (di 4mila metri quadrati totali e comprendente un’area boschiva). Gli amministratori condominiali di via Fratelli Cervi e via dei Mille, i palazzi più vicini al parco e al terreno in questione, hanno preso carta e penna e inviato una lettera informale ai propri condominii, in cui non si usano mezzi termini. In una di queste si legge: «I condomini che si affacciano sul terreno e altri viciniori, si sono allarmati di questa potenziale vendita, in quanto, una volta che questi Rom hanno preso possesso del terreno nessuno più riuscirà a rimuoverli, e quindi, indirettamente tutte le proprietà di questi condomini e quelli adiacenti, si vedranno dimezzato il loro valore commerciale. E’ risaputo poi che i Rom non rispettano le leggi, e quindi, entreranno lo stesso con tutti i problemi che poi ci creeranno».

Le lettere ai residenti

La lettera prosegue chiedendo ai residenti di farsi avanti se interessati ad acquistare il terreno, specificando i costi per l’acquisto del terreno. «Mi sono mosso per cercare di tutelare i cornaredesi residenti nei miei condominii - spiega contattato da Settegiorni l’amministratore condominiale autore della lettera - Forse anche il Comune farebbe bene a intervenire, per cercare per una volta di prevenire un possibile problema per i propri cittadini».
L’Amministrazione comunale parla però di una trattativa fra privati, e quindi non interferisce, ricordando che in ogni caso si tratta di un terreno non edificabile. Nel frattempo anche sui citofoni dei quartiere sono apparsi volantini per organizzare riunioni e valutare la possibilità di un acquisto collettivo del terreno al centro di questa vicenda dai contorni ancora da definire.

Le reazioni

La vicenda fa discutere. Tanti i pareri che vengono espressi, fra chi fa notare un atteggiamento prevenuto e razzista nei confronti di persone di cui non si conoscono né nome né intenzioni, chi evidenzia che non è il Comune a dover essere sensibilizzato e coinvolto ma semmai chi vende, e chi ancora mette in dubbio l'intera storia, facendo notare che puntare sulle paure delle persone potrebbe velocizzare la vendita del terreno. Il tutto senza contare il generale e chissà se motivato atteggiamento di totale sfiducia in istituzioni e forze dell'ordine locali, definiti nella stesse lettere girate fra i condomini e scritte da amministratori condominiali incapaci di impedire che delle persone possano "fare ciò che vogliano" su un terreno verde e non edificabile nel cuore della città cornaredese.

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