Andrea Iavarone, l'amico di Fabrizio Corona, è stato assolto

Andrea Iavarone, amico del vip Fabrizio Corona, assolto dalle accuse di stalkin e sequestro di persona

Andrea Iavarone, l'amico di Fabrizio Corona, è stato assolto
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Andrea Iavarone è di Busto Garolfo, tatuatore a San Giorgio su Legnano.

La novità sulla vicenda di Andrea Iavarone

Assolto con formula piena (perché il fatto non sussiste) dalle accuse di stalking e sequestro di persona: è la fine di un incubo per Andrea Iavarone, 39enne bustese, noto in zona per l'amicizia con il fotografo dei vip Fabrizio Corona.
L'uomo era stato arrestato nell'estate del 2017 dai carabinieri di Arluno con l'accusa di aver perpetrato per due anni comportamenti aggressivi e persecutori nei confronti di una 39enne di Vanzago.
Ora la sentenza della Quinta sezione penale del Tribunale di Milano sancisce un'altra verità. Secondo il giudice, Iavarone avrebbe solo morso un dito dell'amica. Un reato molto più lieve, per il quale il 39enne è stato condannato a otto mesi di reclusione. “Una condanna appellabilissima - è il parere dell'avvocato Renato Musella, legale di fiducia di Iavarone -, per la quale peraltro Iavarone avrebbe pure già pagato visto che è stato in carcere per nove mesi e comunque la pena non è esecutiva sino a che non diventi definitiva. La nostra tesi è che a procurarsi le lesioni sia stata la persona offesa, per questo faremo ricorso alla Corte d'Appello. La dinamica della riferita lesione parla da sé: la donna, che tra l’altro candidamente riferiva nella denuncia di aver iniziato lei stessa la lite schiaffeggiando in pubblico lo Iavarone, si è rivolta ai carabinieri tre giorni dopo il fatto e in ospedale è andata quattro giorni dopo. Come emerge dalle denunce, dopo il litigio, la persona offesa si fece accompagnare a prendere una piadina e poi a un centro commerciale a comprare una maglietta. Sempre dopo la presunta aggressione e anche nei giorni successivi, la persona offesa tempestava il mio assistito di messaggi del tenore “Mi manchi”, “Vieni”, “Non paccare”, “Mi sono lavata i capelli” eccetera. Per quanto riguarda i reati di stalking e sequestro di persona, il castello accusatorio è completamente caduto e ci riserviamo di querelare la controparte per calunnia. Allo stesso modo ci riserviamo di intentare un'azione per ingiusta detenzione. Ma prima di valutare questi eventuali step dobbiamo leggere le motivazioni della sentenza”. Iavarone infatti ha passato nove mesi in carcere.
Un'esperienza che secondo il suo difensore lo ha ridotto in uno stato di grave prostrazione psicologica. “E' arrivato a meditare un gesto estremo” rivela l'avvocato Musella. “La vecchia difesa - prosegue il legale (subentrato a un collega all'inizio del 2018, ndr) - aveva presentato varie istanze di scarcerazione, tutte rigettate. A un certo punto Iavarone non riusciva a vedere la fine dell'esperienza carceraria, ed è allora che ha avuto un crollo”. Ora Iavarone è un uomo libero, i giorni del carcere sono un ricordo, e la giustizia ha detto che non è né uno stalker né un sequestratore. “Questa vicenda però lo ha segnato profondamente - conclude il difensore - e ha comportato pesanti ripercussioni anche sulla sua vita professionale. Il mio assistito ha fretta di lasciarsela alle spalle e tornare a guardare avanti, ma non sarà cosa facile”.

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