Gli auguri pasquali del Prevosto alla città di Rho

Don Gianluigi Frova: "Il calore della nostra comunità regali energia per riprendere il cammino"

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La croce è vuota perché la vita risorge. Così deve essere anche per noi

«So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: è risuscitato dai morti e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. (Mt 28, 5-7). Questo è l’annuncio della notte di Pasqua, annuncio lungamente atteso nella storia dell’umanità e coltivato nel cuore in questo lungo anno di sofferenza che mette alla prova la nostra speranza. In Cristo Risorto i segni della sofferenza sono ancora tutti presenti, ma la croce è vuota perché il Signore è risorto. La risurrezione di Gesù, infatti, non elimina i segni della croce perché sarebbe come eliminare la Sua condivisione del nostro dolore, anzi questi sono segni tenerissimi di vicinanza alla Sua creatura dolente. La croce però è vuota perché la vita risorge ed il futuro riprende. Così sia per noi: condivisione con la croce di Gesù e scoperta di semi di speranza che sono (ancora) nascosti lungo la strada.

Grazie ai nostri ragazzi siamo tutti proiettati verso un futuro che ci fa tanto bene

Come per le donne al sepolcro sono necessari alcuni angeli che permettano di scoprire questi semi di risurrezione, perché i nostri occhi sono ancora annebbiati e stanchi: impariamo a riconoscere chi ci parla di vita e chi ci riapre futuro, sono gli angeli quotidiani che il Signore mette di fronte a noi per raggiungerci con l’annuncio pasquale: «Non è qui, è risuscitato». Tra questi segni indico i nostri ragazzi e giovani, che parlano di futuro senza mai nominarlo. Grazie a loro siamo tutti proiettati verso un “oltre” questi mesi che ci fa tanto bene. Le Scuole della nostra città accolgono questi portatori di vita, per percorrere insieme un pezzo di strada verso questa Galilea.

Il calore della nostra comunità regali energia per riprendere il cammino

Un altro segno sono tutti coloro che hanno un sorriso sul proprio volto. Gli occhi che trasmettono vitalità sono un tesoro che nessuna mascherina potrà trattenere e che per ogni persona che li incrocia (un anziano, una persona sola, un giovane che si è smarrito…) diventano un raggio di risurrezione.
Segni di risurrezione sono i tantissimi che, con fedeltà silenziosa, amano questa nostra città e continuano a fare il proprio servizio perché tutti vivano meglio: penso a chi svolge un servizio per la cosa pubblica, a tutti gli operatori della Caritas e dei diversi ambiti di cura alla persona, a chi opera negli ospedali, nelle RSA, negli studi medici, mi riferisco alle attività produttive in sofferenza che mantengono vivo il tessuto sociale cittadino, penso agli anziani che pregano e vivono il proprio sofferto isolamento come una intercessione silenziosa. I miei auguri raggiungano tutti e soprattutto chi, in questi mesi, ha subìto un lutto. La speranza cristiana ed il calore della nostra comunità regalino energia per riprendere il cammino».

Auguri, don Gianluigi

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