Decisione del tribunale

Abbiategrasso: accoltellò la prof, due anni di messa alla prova per lo studente

"Siamo molto contenti perché era un obiettivo nel percorso rieducativo del ragazzo"

Abbiategrasso:  accoltellò la prof, due anni di messa alla prova per lo studente
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Due anni di «messa alla prova», ossia di affidamento ai servizi sociali minorili, per lo studente di 16 anni che il 29 maggio 2023 accoltellò la sua insegnante di storia , Elisabetta Condò ,all’epoca 51enne, durante la prima ora di lezione nell’istituto Emilio Alessandrini di Abbiategrasso. Una decisione stabilita mercoledì 10 aprile 2024 dal giudice del Tribunale dei minori Paola Ghezzi. In sintesi la decisione prevede, per il giovane affidato ai servizi sociali , di seguire un percorso scolastico e di volontariato.

L'aggressione il 29 maggio 2023

Il ragazzo aveva colpito con diversi fendenti la sua insegnate, che dopo l’aggressione fu portata d’urgenza all’ospedale di Legnano dove era stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico ai tendini del polso destro, oltre ad aver riportato una ferita molto profonda, circa 10 centimetri, all'altezza della scapola e poi tre tagli alla testa con una piccola frattura dell'osso.

“Siamo molto contenti perché era un obiettivo nel percorso rieducativo del ragazzo anche dopo l’abbraccio della professoressa avvenuto nella scorsa udienza- ha commentato la decisione di mercoledì l’avvocato difensore dello studente Robert Ranieli – Un segnale positivo per proseguire il percorso intrapreso dal giovane. Ora riprenderà uno stile di vità assolutamnete normale, andrà a scuola, sarà seguito da uno psicologo, svolgerà attività di volontario e se rispetterà tutte le prescrizioni del tribunale e dimostrerà di avere capito cosa ha fatto, dopo i due anni di affidamento ai servizi sociali il reato sarà estinto. Va anche considerato che la “messa alla prova”, può essere revocata in qualsiasi momento se venisse riscontrato un comportamento non idoneo. Quindi siamo pienamente soddisfatti della decisione presa dal Tribunale ”

Dal carcere ai domiciliari

Il ragazzo subito dopo l’aggressione era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Paolo di Milano. Qualche giorno dopo era stato trasferito al Carcere minorile Beccaria di Milano.

Dopo sette mesi di detenzione, a gennaio 2024 erano stati predisposti gli arresti domiciliari. Proprio  durante la prima udienza del 16 gennaio lo studente e la sua professoressa, costituita parte civile, si erano incontrati per la prima volta dopo i fatti. Pochi secondi nel cortile del tribunale, con la professoressa che ha abbracciato l’alunno che l’aveva gravemente ferita. Un breve abbraccio, un gesto che racchiude quello che la docente aveva espresso dopo l’aggressione: «Gli auguro il meglio, spero che riesca a recuperare la serenità».

«Il ragazzo durante l’udienza ha ammesso le sue responsabilità, ha tentato di spiegare le motivazioni del suo gesto – aveva spiegato Ranieli – In Tribunale era presente anche la sua professoressa Elisabetta Condò e all’uscita dall’aula, nel cortile del tribunale c’è stato l’incontro tra i due. Si sono guardati per un attimo e poi un forte e sentito abbraccio tra Elisabetta Condò e il suo studente, un gesto emotivamente molto forte, pochi secondi che hanno significato molto. Tra loro c’è stato anche un breve scambio di parole».

Ora per il giovane inizia un nuovo percorso  per un reintegro sociale a tutti gli effetti.

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