A quasi due mesi dalla fine del lockdown Banco BPM tiene ancora chiuse 250 sedi. I sindacati: “L’emergenza Covid non c’entra”
Con una nota unitaria i sindacati denunciano la situazione di interi territori dove l'Azienda continua a tener chiuse le filiali, chiedendone l'immediata riapertura
Duecentocinquanta filiali del Banco BPM sono ancora chiuse in tutt’Italia, personale e clienti “concentrati” in quelle aperte.
Le filiali del Banco BPM restano chiude, i sindacati: “Nulla a che fare con l’emergenza”
La concorrenza ha già riaperto da tempo, con tutte le precauzioni e le contromisure del caso per mettere al riparo dal contagio clienti e personale. BancoBPM invece no. La banca ha deciso di tenere chiuse circa 250 filiali in tutt’Italia, in particolare nel Ticino-Olona e Varese ad Arconate, Robecchetto con Induno, Santo Stefano Ticino, Rescaldina (fil. A), Robecco sul Naviglio, Nerviano, Vanzaghello, Uboldo, Gorla Maggiore, Tradate, Varese-Bizzozero, Varese-Bobbiate, Sumirago, tra le altre.
Chiusura che si protrarrà chissà quanto, nonostante le istanze di clienti, cittadini e sindaci, oltre che dei sindacati che hanno deciso di intervenire con un comunicato unitario.
“Dall’Azienda nessun impegno alla riapertura se non per fine anno”
Di seguito il comunicato unitario dei sindacati:
“A distanza di quasi 2 mesi dalla fine del lockdown, mentre tutte le produzioni sono ripartite e la gran parte della concorrenza ha ripreso a pieno l’ attività, BancoBPM non riapre circa 250 filiali sul territorio nazionale, chiuse apparentemente per l’emergenza covid. Questa situazione sta determinando una forte concentrazione di personale e clientela nelle filiali aperte limitrofe a quelle chiuse, accresciuto rischio contagio, carichi di lavoro insostenibili, disservizi e conseguenti forti tensioni con la clientela, che sono già purtroppo sfociate in aggressioni verbali, fisiche e danneggiamenti al patrimonio. Numerosissime le istanze pervenute da singoli clienti, associazioni, istituzioni locali che chiedono la riapertura delle filiali del proprio territorio. La forte concentrazione degli sportelli chiusi in territori poco colpiti dal virus, la presenza di numerose filiali con grandi spazi interni, la comune piccola dimensione commerciale degli sportelli, ci fanno però pensare che queste chiusure poco o nulla abbiano a che fare con la tutela della salute di personale e clientela. Nessun impegno alla completa riapertura da parte dell’ Azienda se non per fine anno, una prospettiva commerciale davvero poco credibile. Tutto questo mentre l’ AD Castagna dichiara che il Piano Industriale presentato a marzo è di fatto sospeso e che le filiali in chiusura saranno di più delle 200 precedentemente dichiarate. Quello che possiamo leggere nelle scelte di BancoBPM e dalle dichiarazioni stampa dell’ AD Castagna è soltanto una pervicace ricerca della riduzione dei costi, un progressivo abbandono del modello di banca del territorio verso un modello più automatizzato di servizio a distanza, senza peraltro vedere traccia di adeguati investimentitecnologici. La prospettiva occupazionale e di sostegno alle economie locali del terzo gruppo bancario nazionale ne uscirebbe fortemente compromessa. Per questo le OO.SS. delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo BancoBPM chiedono con forza l’immediata e totale riapertura di tutti gli sportelli, sostengono tutte le istanze di clienti e istituzioni per mettersi totalmente al servizio del paese, impegnando tutte le capacità produttive e commerciali, senza lasciare indietro nessuno, a partire dai territori più svantaggiati, soprattutto in questo momento di particolare bisogno di credito di imprese e privati”.