Magenta

Un progetto per contrastare il disagio giovanile

Il Comune in collaborazione con la coop Albatros ha promosso un piano per coinvolgere due fasce giovanili tra i 14 e i 17 anni e tra i 18 e i 21

Un progetto per contrastare il disagio giovanile
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Il disagio giovanile nei confronti del mondo degli adulti e soprattutto della percezione che questo dà ai ragazzi è uno dei motivi di crisi nei rapporti familiari, ma che si riversa anche sulla comunità quando il disagio sfocia in ribellione, quando la noia diventa voglia di compiere gesti anche fuori luogo.

Un progetto per contrastare il disagio giovanile

Magenta negli ultimi anni ha visto spesso atti di micro vandalismi, mossi probabilmente da motivi di pseudo divertimento alternativo più che di voglia di recare effettivi danni. Ma è sulle ragioni di questo disagio che il Comune negli ultimi mesi sta cercando di intervenire insieme alla cooperativa Albatros nel progetto Ragazzi di strada e che mira proprio a evitare che i giovani, senza luoghi di ritrovo che li soddisfino, «passino i pomeriggi in giro un po’ allo sbando». Gli incontri organizzati riguardano due gruppi di ragazzi, uno dai 14 ai 17 anni, l’altro dai 18 ai 21.

L'incontro

L’assessore Giampiero Chiodini ha incontrato martedì un gruppo di questi ragazzi in un locale dell’oratorio dei padri Somaschi per iniziare anche un percorso di confronto e capire quali siano le richieste dei giovani, e di conseguenza quali siano le azioni che l’Amministrazione può fare per creare per loro un ambiente maggiormente favorevole a una loro crescita positiva. Il gruppo di una ventina di ragazzi dai 14 ai 17 anni incontrato dall’assessore alla fine non chiede nulla di esagerato. Un punto di ritrovo, che già esiste, ed è il parco Pertini, che questi chiedono di sentire maggiormente loro, avendo la responsabilità di tenerlo in ordine e magari con più panchine e tavoli per trovarsi a passare il tempo. Richieste che dall’Amministrazione troveranno molto probabilmente un riscontro positivo.

«Quando c'è un malessere giovanile bisogna smettere di puntare il dito contro i giovani e bisogna di nuovo recuperare il ruolo dell'adulto e lo sguardo che l'adulto ha nei confronti dei giovani, che sia il proprio figlio, che sia lo studente, che sia il giovane che si incontra per strada. Solamente in questo modo – ha detto l’assessore Chiodini - è davvero possibile iniziare un percorso che potrà portare a mio parere a lungo termine dei risultati. I giovani sono spaventati, i giovani non sanno guardare al futuro e chiedono fortemente, anche se non in modo esplicito, l'appoggio da parte dell'adulto».

E dopo l'adolescenza?

Discorso diverso per i ragazzi ormai usciti dall’adolescenza, il gruppo dai 18 ai vent’anni. Su di loro Chiodini afferma che «in quel caso il progetto di coinvolgimento in attività varie è più complesso, perché cambiano i bisogni. Non si tratta più di avere un campo da calcio o dei posti di ritrovo per momenti ludici. Molti hanno già la macchina e possono spostarsi fuori Magenta, quindi è più difficile tenerli agganciati. Ma ci stiamo lavorando, anche se il percorso è più complesso».

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