IL GESTO DEL SINDACO

Un ponte tra Chernobyl e Castano: Yeva e la sua famiglia al riparo a casa del sindaco

Pignatiello: "Un grazie ai volontari: bello vedere cittadini che provano a mettersi al servizio di chi ne ha bisogno"

Un ponte tra Chernobyl e Castano: Yeva e la sua famiglia al riparo a casa del sindaco
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Un ponte tra Chernobyl e Castano Primo: Yeva e sua madre trovano riparo a casa del sindaco Giuseppe Pignatiello.

In fuga dalla guerra in Ucraina: la piccola Yeva, sua mamma e la nonna a casa del sindaco

Il loro arrivo sul territorio nella notte tra lunedì e martedì scorsi: Yeva e la madre Angelica sono in salvo dai bombardamenti che stanno flagellando l’Ucraina. A tendere loro la mano è l'associazione Noi con voi, da anni in prima linea con il progetto «Una famiglia per tutti» che ospita bambini ucraini di Chernobyl di età compresa tra i 7 e i 18 anni per migliorare le difese immunitarie e che nel frattempo si è attivata con una raccolta fondi per il popolo ucraino che servirà a sostenere e organizzare iniziative in aiuto del Paese interessato dal conflitto. Dall’altra parte del ponte, quello che sono tornati a percorrere i suoi volontari, i quali hanno viaggiato alla volta della Polonia, tutta le generosità del sindaco Giuseppe Pignatiello che insieme alla sua famiglia è tornato a ospitare proprio la bambina accompagnata dalla madre e, notizia delle ultime ore, la nonna della piccola (in foto).

 

Pignatiello: "Un grazie ai volontari: bello vedere cittadini che provano a mettersi al servizio di chi ne ha bisogno"

Un encomio a chi si è adoperato per mettere al riparo le due cittadine ucraine è arrivato sempre dal primo cittadino: «Un grazie di cuore a chi ha scelto di partire per recuperare i nostri ragazzi - ha detto Pignatiello - È bello vedere tanti cittadini che provano a mettersi al servizio e a loro non posso far altro che dire grazie».

"Pronti ad ospitare altre persone che scappano dalla guerra", promette il primo cittadino

Il primo cittadino castanese estende poi il ragionamento all'accoglienza in senso generale:

«Nelle prossime ore riceveremo ulteriori informazioni dalla Prefettura e, di concerto con le varie associazioni, troveremo il modo per accogliere altri cittadini ucraini che scappano dalla guerra. Speriamo che arrivi presto un accordo e questa tragedia possa essere finalmente fermata».

La visione del sindaco sull'accoglienza dei bambini ucraini

Sul significato dell’accoglienza di un bambino di Chernobyl lo stesso Pignatiello si era espresso nelle settimane antecedenti allo scoppio del conflitto e lo aveva fatto con cognizione di causa:

 

«Posso parlare naturalmente dell’esperienza mia e della mia famiglia. Ospitare una bambina ucraina significa essere investiti di una grande responsabilità, perché si prova a creare una vera vicinanza con chi ha dovuto lasciare la sua famiglia a soli 9 anni. Nel nostro caso si trattava di una bambina (la piccola Yeva appunto, ndr) che non conosceva la lingua, arrivata spaesata in una realtà diversa. Per lei è stata l’opportunità di rapportarsi con un’altra bimba, mia figlia, e di creare tutta una serie di normali e piccoli problemi legati alla gelosia e alla novità. Pian piano ci si rende conto che, più che un sacrificio, è una grande opportunità per tutta la famiglia».

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