Inaugurazione

Un monumento per ricordare vittime e superstiti del Vajont

Il sogno di Giuseppe Calini è diventato realtà anche grazie al sostegno di tanti cittadini di Legnano.

Un monumento per ricordare vittime e superstiti del Vajont
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L’inaugurazione del monumento al Vajont tenutasi nella mattinata di sabato 11 maggio a Legnano è stato momento di ricordo ma soprattutto di vicinanza tra due comunità.

Inaugurato il monumento dedicato alla strage del Vajont

In piazza Vittorio Veneto, dopo un lungo iter, è stato finalmente tagliato il nastro di un monumento dedicato alla memoria della strage della diga del Vajont che nel 1963 colpì duramente il territorio e le vite degli abitanti, segnando intere generazioni nelle Dolomiti bellunesi, in particolare le comunità di Longarone, Erto e Casso (il 9 ottobre di quell’anno 260 milioni di metri cubi di roccia si staccarono dal Monte Toc, finendo nel bacino idroelettrico sottostante e provocando un’onda alta 250 metri, che superò la diga e finì nel fondovalle, uccidendo 2mila persone).
Presenti all’evento l’imprenditore alberghiero legnanese Giuseppe Calini, promotore dell’iniziativa, e da anni nominato dai sopravvissuti loro ambasciatore per il Vajont, l’ex sindaco Alberto Centinaio, il primo cittadino Lorenzo Radice, il Comitato Sopravvissuti Vajont con una delegazione composta dalla presidente Micaela Coletti e dal consigliere Francesco Martini, il presidente dell’associazione Vajont, il futuro della memoria Renato Migotti, con Giuseppe Vazza, la moglie Idelama e Gervasia Mazzucco.

La storia di un'idea inseguita tenacemente per anni

"Tredici anni fa sapevo poco, mi informai, lessi e studiai a fondo e più conoscevo e più capivo come tutto era stato premeditato e nascosto - ha detto Calini - Non si doveva sapere la verità, doveva passare la notizia che era stato un disastro naturale non causato dall’uomo, che invece dalla natura era stato avvisato più volte, ma la cosa che mi dava più fastidio era vedere come i sopravvissuti e superstiti venivano trattati male. E mi sono chiesto che cosa potessi fare per loro. Avevano perso le famiglie, ma non solo: anche la propria casa e il proprio paese. Lo Stato avrebbe dovuto andargli incontro con tutti gli aiuti possibili. Oltre il dolore immenso, hanno dovuto subire l’ingiustizia di non esser considerati. Per tanti anni nessuno ne parlò e raccontò. Ho conosciuto Giuseppe Bazza, di 91 anni, che mi ha fatto conoscere il suo libro e in pochi minuti mi ha raccontato la strage e l’umiliazione. Questo è il motivo per il quale sulla targa del monumento c’è la frase 'Noi legnanesi saremo sempre dalla loro parte'. La città di Legnano sarà sempre loro amica e pronta a tendere loro una mano".

Radice: "La scelta di questa piazza non è casuale"

"Mi ha colpito la determinazione di Giuseppe nel volere realizzare questo monumento che deve essere un dono della città - ha dichiarato il sindaco Radice - Ho visto tanta gente dare il proprio contributo, soprattutto nell’anno del Centenario della nostra città, ed è un elemento identitario della nostra realtà che è in grado di accogliere e fare del bene verso tutti, senza fare discriminazioni. La scelta di questa piazza non è causale, perché è vicino alle scuole Carducci, che sono state un rifugio durante la guerra mondiale, dove è passata la sofferenza, mentre oggi sono un luogo di vita e di accoglienza con tanti ragazzi stranieri: all’interno si costruisce una città “aperta e inclusiva” che oggi dà il benvenuto alla comunità del Vajont ricordando la loro storia".

Un sogno realizzato grazie all'aiuto di tanti legnanesi

Nel suo intervento finale, Calini ha ringraziato tutte le Amministrazioni comunali che hanno supportato l’iniziativa (quella guidata da Alberto Centinaio, quella di Gianbattista Fratus e quella attualmente in carica per il supporto all’iniziativa), i tanti cittadini legnanesi e non solo che hanno dato un sostegno economico per la realizzazione dell’opera e infine Nicola Seguino di Edil Sae, che ha contribuito alla costruzione dell’opera.

Il richiamo dell'ex sindaco Centinaio al rispetto per la natura

L’ex sindaco Centinaio ha voluto mettere l’accento sul fatto che il monumento al Vajont "ricorda anche la necessità di prestare attenzione verso la natura, perché quando viene sconvolta e depravata di rischiano disastri irreparabili".

 

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