SAN VITTORE OLONA

Sarah Scazzi, il caso diventa una serie tv

La vicenda della 15enne di Avetrana trasmessa in tv; aveva abitato in paese dove ancora oggi risiedono il padre Giacomo e il fratello Claudio

Sarah Scazzi, il caso diventa una serie tv
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Sarah Scazzi, il caso della 15enne di Avetrana diventa una serie tv. Aveva abitato a San Vittore Olona, dove ancora oggi risiedono il padre e il fratello.

Sarah Scazzi, via alla serie televisiva

Il caso di Sarah Scazzi diventa una serie tv. La vicenda, come noto, è quella della 15enne di Avetrana, la cui sparizione e morte (era il 2010) aveva tenuto tutta l'Italia col fiato sospeso.
Quell'estate Sarah, il cui padre Giacomo (che ha lavorato in una ditta edile di Cerro) e il fratello Claudio (che ha lavorato a Nerviano e Legnano) abitano a San Vittore Olona (anche mamma Concetta e la stessa Sarah ci hanno vissuto quando quest'ultima era bambina, frequentando per un paio d'anni la scuola elementare di Canegrate), era scomparsa. Le ricerche erano durate per 42 giorni fino al ritrovamento del corpo in un pozzo nelle campagna del paese del sud (dove la vittima viveva con la madre).
Ora l'intera vicenda è diventata una docuserie, dal titolo "Sarah. La ragazza di Avetrana". Articolata su quattro puntate (iniziate giorni fa), è trasmessa su Sky documentaries e in streaming. Una docuserie, tratta dall'omonimo libro scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni nel 2020, prodotta da Groenlandia che ricostruisce l'intera vicenda con testimonianze e interviste inedite.

Emerge la "spettacolarizzazione" dei casi di cronaca

Nelle puntate l'intero caso viene ripercorso non solo dal punto di vista giudiziario (all'ergastolo sono state condannate la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano) ma soprattutto sulla spettacolarizzazione avuta dal quel caso di cronaca. In quei giorni Avetrana era assediata da mass media e curiosi, per tanti quello che si visse fu un vero show dell'orrore. E nel documentario, scritto da Flavia Piccinni, Carmine Gazzanni, Matteo Billi e Christina Letruria con la regia di Christian Letruria - si pone infatti l'attenzione su come un racconto che insegue il macabro e il morboso può influire sulla ricerca della verità. Un clamore che ha spinto lo zio Michele Misseri a far trovare il corpo. Nel documentario parla anche il fioraio di Avetrana, testimone chiave del processo. E poi c'è anche Franco Coppi, avvocato di Sabrina Misseri, convinto nell'innocenza della sua assistita.
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