RACCOLTA FONDI

Prosegue il viaggio lungo la Via Francigena per i malati "invisibili"

A compierlo in questi giorni è una coppia parabiaghese che ora sogna di raccogliere un euro per ogni chilometro percorso

Prosegue il viaggio lungo la Via Francigena per i malati "invisibili"
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Prosegue il viaggio per i malati «invisibili». A compierlo in questi giorni lungo la Via Francigena è una coppia parabiaghese già abituata a vivere esperienze simili.

Un viaggio per la raccolta fondi

Continua il cammino lungo la Via Francigena, da Siena a Roma, da parte della coppia parabiaghese formata da Christian Vitali e Sonia Bono. I due, lo ricordiamo, erano partiti sul finire della scorsa settimana alla volta della Capitale con l’obiettivo di percorrere oltre 300 chilometri a piedi accendendo i riflettori sulla  raccolta fondi avviata dagli stessi e dedicata ai malati cronici, i cosiddetti «invisibili».

Varcato il confine laziale

Stando agli ultimi aggiornamenti, gli stessi hanno varcato il confine laziale raggiungendo, in particolare, la località di Acquapendente, che si trova in provincia di Viterbo appunto. Stanno bene, mantengono un buon ritmo e sono pronti a perseguire l’obiettivo che si erano prefissati. E’ intenzione di entrambi, in queste ore, annunciare tramite un reel pubblicato sui social un’altra meta, che andrà dunque a caratterizzare ulteriormente il loro viaggio benefico.

"Un euro per chilometro"

«Un euro a chilometro», è infatti la sintesi di quanto intendono raccogliere, ossia i 300 euro da destinare alle cure per coloro che soffrono di una determinata patologia. Nei prossimi giorni conosceremo l’esito sia della raccolta fondi che dell’esperienza vissuta dai protagonisti di questa avventura a sfondo solidale. Non è la prima e lo dimostra il risultato raggiunto lo scorso anno quando avevano percorso il cammino di Santiago sempre per scopi legati alla beneficenza. Il filo rosso della loro intraprendenza non si arresta. Questa volta, però, hanno scelto le bellezze naturali e artistiche del nostro Paese e lo hanno fatto perché mossi dal motore della solidarietà e della volontà di aiutare chi non è in grado di permettersi cure specifiche.

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