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"Più innovazione e investimenti": il messaggio degli imprenditori di Confindustria per l'Alto Milanese

Importante convention lunedì sera a Villa Ida Lampugnani. Obiettivo degli stakeholder è "far crescere un’impresa, nonostante le difficoltà tutte italiane"

"Più innovazione e investimenti": il messaggio degli imprenditori di Confindustria per l'Alto Milanese
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Far crescere un’impresa è più difficile in Italia che altrove. E vale anche nell’Altomilanese. Questo il messaggio che la convention annuale dei giovani imprenditori di Confindustria lancia da Villa Ida Lampugnani di Parabiago.

"Servono più investimenti pubblici in un ecosistema favorevole"

Nella serata di ieri, lunedì 12 dicembre, la presidente Federica Simonetto nel suo discorso ha spiegato come le start up italiane sono meno di quelle estere e infinitamente meno se ci si paragona agli Stati Uniti, rispetto ai quali è anche impossibile pensare a un’azienda guidata da under 40, cosa che è invece la regola oltreoceano. Servono più investimenti, che si basano anche su più aiuti pubblici o su un ecosistema maggiormente favorevole, cosa che spiega anche il perché delle start up italiane solo il 16% sia rivolto al manifatturiero rispetto che al digitale, a causa dei costi maggiori dell’attività, così come questo è il principale ostacolo alla velocità nella crescita delle nuove aziende.

Il concetto di scalabilità di un'impresa

Simonetto ha introdotto la serata basata sul concetto di scalabilità di un’impresa, soprattutto se giovane:

“In uno scenario politico-economico come quello di oggi, dove ogni mossa degli imprenditori può avere effetti positivi o essere un disastro, noi abbiamo come soluzione la scalabilità, quindi l'economia di scala. Ci siamo resi conto che la sola crescita lineare, oppure basarsi su pochi clienti e pochi prodotti, non è per forza la scelta vincente”.

Il punto di vista giovanile

Tra i presenti a Parabiago anche Jacopo Moschini, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Lombardia, che è ancora più esplicito:

“In Lombardia si trova la maggioranza delle nuove imprese italiane, circa il 27%, di cui circa un 20% nella Città metropolitana. Quello che riscontriamo è che nonostante sia stato citato il 2022 come l'anno dei record sulla raccolta dei capitali, il gap con il resto d'Europa è impietoso”.

1,6 miliardi è quanto è stato raccolto dalle nuove imprese italiane, 16 l’equivalente delle omologhe francesi, tedesche e spagnole.

 

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