La storia

Per vent'anni nella scorta di politici e magistrati, va in pensione il Carabiniere Luigi Grosso

Il militare corbettese ha prestato servizio a personalità del calibro di Draghi, Berlusconi, Cartabia, La Russa e Di Maio

Per vent'anni nella scorta di politici e magistrati, va in pensione il Carabiniere Luigi Grosso
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Dopo quarant’anni a servizio dello Stato di cui gli ultimi venti passati al lavoro nel servizio scorte a protezione di quelle persone esposte a particolari situazioni di rischio, a partire da mercoledì il carabiniere Luigi Grosso, residente a Corbetta, ha finalmente raggiunto la meritata pensione.

Per vent'anni nella scorta di politici e magistrati, va in pensione il Carabiniere Luigi Grosso

Nato a Milano e cresciuto a San Giuliano Milanese, l’uomo da diversi anni è residente a Corbetta e la passata settimana è stato premiato proprio dall’Arma per i suoi 40 anni di servizio.

«Ho fatto il servizio militare proprio nei Carabinieri a Falconara Marittima e una volta terminato l’anno di servizio ho deciso di fare richiesta per entrare nell’accademia allievi dell’Arma - spiega - Mi sono diplomato nell’83 e nel questionario che viene sottoposto avevo selezionato tre tipi diversi di posizioni: paracadutista, sommozzatore o carabiniere sciatore».

La scelta dell’Arma per Grosso è ricaduta sul Carabiniere Sciatore ed è stato così inviato in Val d’Aosta.

«D’inverno sciavamo e facevamo controlli sulle piste e nelle località turistiche - ricorda Grosso - Mentre durante l’estate il nostro era un lavoro prettamente legato al controllo di passaporti e documenti».

Il ritorno a Milano e l'inizio del servizio scorte

Un’esperienza quella tra le alpi valdostane che gli ha permesso però di imparare bene le lingue, un tassello fondamentale per il futuro del militare che oltre all’italiano conosce bene inglese, francese, portoghese e spagnolo. Dopo 20 anni di servizio Grosso ha chiesto il trasferimento per rientrare a Milano, accordato dall’Arma con il trasferimento nella Caserma di via della Moscova.

«Il ritorno a Milano è stato come ricominciare totalmente da capo perchè io ero fortemente specializzato nell’attività sulle montagne e quindi mi sono dovuto dare molto da fare, però il fatto che conoscessi le lingue mi ha dato una grande opportunità - prosegue Grosso - Un giorno stavo parlando in francese con alcuni turisti che ci avevano chiesto alcune informazioni e il generale Maurizio Scoppa sentendo il colloquio mi convocò nel suo ufficio e mi disse che sarei potuto essere una risorsa importante per il reparto che si occupava delle scorte».

Le scorte hanno infatti spesso a che fare con delegazioni internazionali e il poliglottismo di Grosso sarebbe calzato a pennello per questo lavoro.

«Nel corso degli anni ho avuto la possibilità di prestare servizio per diverse personalità importanti - spiega Grosso - Le prime in assoluto alle quali lavorai furono quelle dei giudici e dei magistrati del Tribunale di Milano. Poi passai in quella di Emilio Fede, ai tempi della sua direzione di Studio Aperto. Poi in quella di alcuni politici, in particolare Riccardo Decorato nel periodo in cui era vicesindaco di Milano».

Diverse sono state le personalità del mondo della politica come quella di Antonio Di Pietro, Ignazio La Russa o del Ministro Mariastella Gelmini. Per un discreto periodo è stato all’interno della scorta di Marta Cartabia, nel periodo in cui ha ricoperto la carica di Presidente della Corte Costituzionale. Una pletora di personalità istituzionali incredibile che comprende i nomi di Mario Draghi, quando era presidente della Bce, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio, Vittorio Feltri, Angelino Alfano oltre che diverse delegazioni internazionali in occasione dell’Expo 2015 come il Re del Belgio, il Re d’Olanda, il principe Carlo d’Inghilterra e il Re di Spagna.

Un lavoro ovviamente non esente da pericoli, come raccontato dallo stesso Grosso:

«C’è stato un periodo in cui ho lavorato nella scorta di Magdi Cristiano Allam, subito dopo la sua conversione al cristianesimo. Era un periodo in cui c’erano forti tensioni dovute alla scelta di Allam e quindi è stato un periodo molto delicato».

Insomma 40 anni di grande lavoro sempre a servizio dello Stato che sicuramente mancheranno a Grosso:

«Questo lavoro per me è stata la mia vita quindi sicuramente mi mancherà, però ora potrò godermi qualche viaggio e qualche partita del Milan di cui sono grande tifoso. Ci tengo infine a ringraziare i miei colleghi che sono stati dei grandi compagni di viaggio, oltre che il generale Scoppa che ha insistito per farmi entrare nelle scorte e il colonnello Alessandro Crosato, che è stato un vero e proprio fratello a cui rivolgermi nei momenti più delicati».

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