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Ospedale C. Cantù: gli aggiornamenti

L’invito è stato rivolto alle numerose associazioni dei 14 comuni dell’abbiatense

Ospedale C. Cantù: gli aggiornamenti
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Ospedale C. Cantù: gli aggiornamenti dopo il video incontro via Zoom.

Ospedale C. Cantù: gli aggiornamenti

Si è concluso poche ore fa il video incontro via Zoom di condivisione e aggiornamento sulla situazione dell’Ospedale C. Cantù, fortemente voluto dal Lions Club di Abbiategrasso, un colosso attivo sul nostro territorio da oltre quarant’anni. L’invito è stato rivolto alle numerose associazioni dei 14 comuni dell’abbiatense che operano per il bene della comunità ed è stato accolto con cinquanta risposte favorevoli.
È Roberto Schiavetta, presidente in carica dei Lions, a coordinare l’incontro focalizzando l’attenzione sul celere rilancio dell’Ospedale dopo la pandemia, una bella ripartenza che, tuttavia, è passata “in sordina” e meriterebbe un approfondimento da parte di chi, come il Dottor De Giglio, noto primario di Medicina Generale e responsabile del centro del Piede Diabetico, vive la realtà del Cantù quotidianamente. "Auspichiamo – ha detto il presidente – un passaparola positivo riguardo a quello che verrà detto stasera".
"82.000 persone – ha aggiunto Pierangelo Santagostino, past governatore del distretto 108ib4 –14 comuni: il depotenziamento dell’ospedale è stato un’ingiustizia e un disservizio verso la nostra comunità. Ma le cose stanno migliorando ed il merito è anche di Regione Lombardia che, con il passaggio Gallera-Moratti, ha dato spazio al decentramento. Non possiamo però abbassare la guardia – ribadisce Santagostino -. I cittadini meritano di essere curati, ma soprattutto meritano di conoscere tutti i servizi offerti dal nostro ospedale.  Come Lions riponiamo molta fiducia nella persona del dottor De Giglio, punto di riferimento per un dialogo costruttivo".
Una ripartenza che sta a cuore a De Giglio, il quale, con un intervento mirato e puntuale ha spiegato come stanno oggi le cose in ospedale, in quali servizi, dopo la pandemia, è ripartito e in quali no:  "da più di un mese – ha detto -  è ripartita gran parte dell’attività in sala operatoria, così come “Piede Diabetico” e Oculistica. Vengono anche a operare chirurghi angiologici e della mano e siamo in attesa che riprendano completamente la chirurgia e l’ortopedia nostre (mancano la spalla e il piede e la chirurgia con le ernie).  E’ rientrato l’anestesista, che rimane dalle 8 alle 15: ciò ha permesso la ripresa dell’endoscopia (le gastro e le colon); sono ripartite anche tac con mezzo di contrasto e i test allergologici ambulatoriali (anche questi richiedono la presenza dell’anestesista).Ripresa l’attività ambulatoriale cardiologica e abbiamo in progetto di aprire un ambulatorio per lo scompenso cardiaco che sarà oggetto di conferenza prima di Natale con il direttore generale".
Le riaperture dell’endoscopia e del blocco operatorio sono state possibili, ha aggiunto il primario, anche grazie "al rientro di una ventina di infermiere dall’HUB vaccinale Fiera".
Pieno fermento anche dal punto di vista dei reparti: "come medicina siamo attivi completamente con ottanta letti; funzionante anche il reparto di riabilitazione-fisiatria con venti letti; l’oculistica non è aperta di notte, ma funziona a pieno ritmo, c’è un nuovo primario, Dott.Stefano Gambaro, con tanta voglia di fare e recuperare, se fosse per lui opererebbe anche al sabato e alla domenica".
A proposito di vaccinazioni terza dose anti Covid, dopo la chiusura del maxi HUB vaccinale in Fiera, è stato riaperto l’HUB in ospedale, presso la sala convegni.
L’ospedale, quindi, stando alle parole del primario, sembra si stia rialzando a testa alta, molto meglio di altri. Si mira, adesso, a intensificare le attività a bassa intensità, ma molto utili ai cittadini e che vanno a coprire una grande gamma di servizi. E si vuole farlo presente ai cittadini: "ci sono tante cose che facciamo – ha concluso De Giglio – manca però la comunicazione. Abbiamo più di quaranta pazienti che usano i microinfusori di insulina, molti vanno fino al Niguarda o al San Raffaele, quando invece ad Abbiategrasso ci sono brave dottoresse che lo fanno, ma questo non si sa".
Ecco un tema caldo, quello del carente passaparola e della sensibilità sociale, arrivato dritto ai presenti e ben esplicitato da Marco Marelli, sindaco di Morimondo e presidente dell’assemblea dei sindaci, attivo nell’ambito welfare e Guglielmo Villani, sindaco di Ozzero. È quest’ultimo a rimarcare quanto i primi a non credere nella potenzialità dell’ospedale siano proprio i cittadini: "il dottor De Giglio ha detto, senza troppi giri di parole, che ad oggi il Pronto Soccorso non può aprire. Questo dato di fatto – ha dichiarato Villani - senza una spiegazione chiara come quella che ci ha dato stasera il dottore, fa sentire gli abbiatensi con le spalle al muro. L’ospedale non sta andando a pezzi, ma questo messaggio fuori non arriva. Come, ad esempio, in un Comune: se non si vede la macchina della polizia o l’opera pubblica, allora non funziona. Invece c’è un gran lavoro dietro le quinte. I numeri ci dicono che la gente va da altre parti anche dove i servizi ci sono, quindi una serata come questa va condivisa con le persone che conosciamo. Dobbiamo credere nella possibilità di utilizzare quello che abbiamo e intercettare chi viene da fuori".
"L’auspicio – ha replicato Marco Bessi, noto segretario dell'Associazione Medici di base Abbiategrasso-Magenta – è che l’ospedale non smetta di mantenere un aperto contatto con i medici di medicina generale sui servizi prestati ai cittadini e che si riducano notevolmente le liste di attesa per le visite".
Hanno presenziato al vivo confronto, oltre ai soci Lions, anche i rappresentanti di varie associazioni: Alessandro Grancini per ANTEAS Legnano-Magenta; Cecilia Caldarola per “Iniziativa donna”; Luisa Maderna per “Artemisia” e “Iniziativa donna”; Gianmarco Garbi per ANPI; Gina Arielli per “Orizzonti” Vermezzo con Zelo; Fabio Cattaneo per AVIS Abbiategrasso; Alfio Rossi Ate-Ascra abbiatense; Giovanni Gaiera per Comunità “Cascina Contina” Rosate; Maurizio Balzarotti per “Portofranco”.
Una mission cara ai Lions, insomma, questa della condivisione come un “noi” e del confronto, che, unita allasensibilità verso la macchina pubblica a servizio dei cittadini, scende in campo con progetti tangibili e gesti concreti, come la recente donazione di apparecchiature necessarie al funzionamento quotidiano di un ospedale: respiratori polmonari, monitor e termoscanner.
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