PARABIAGO

Ordina la pizza in orario di lavoro: dipendente Rsa rischia grosso

"Ospiti fragili lasciati soli", attacca la struttura che va verso la formulazione di una sanzione conservativa

Ordina la pizza in orario di lavoro: dipendente Rsa rischia grosso
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Rischia la sospensione dopo aver ordinato una pizza in orario di lavoro. Protagonista della vicenda una dipendente della casa di riposo Leopardi di Villastanza, la quale, in pieno orario di lavoro, nei giorni scorsi aveva lasciato temporaneamente vacante il posto di lavoro per ordinare una pizza.

Pronta la replica dell'azienda

Non si è fatta attendere la versione del gruppo La Villa in merito all’accaduto. Dalla Rsa hanno prima di tutto contestato le informazioni diffuse a mezzo stampa dall’associazione sindacale autonoma Adl Varese che a sua volta, in un comunicato divulgato mercoledì 9 novembre, accusava quest’ultima di aver usato il pugno di ferro negando il diritto di poter mangiare una pizza da asporto nel turno pomeridiano. Ma il conto, salato, lo ha presentato proprio il datore di lavoro agli indirizzi della sua dipendente, chiarendo alcuni aspetti legati alla vicenda:

«La questione non riguarda il consentire o meno ai lavoratori di consumare qualcosa di veloce come un panino (cosa che abitualmente fanno tutti), ma di un caso di abbandono del luogo di lavoro - peraltro un reparto dedicato ad ospiti in stato vegetativo che necessitano di sorveglianza in quanto – in caso di malessere – non possono chiamare aiuto, ma deve essere l’operatore a rilevare la necessità di intervento – per andare a ritirare una pizza, ordinata tramite apposito servizio di consegna a domicilio e di consumarla in reparto. Azione questa che certo non può farsi in 10 minuti e che comporta più di un’infrazione alle disposizioni di contratto collettivo».

"Dipendente ha lasciato soli ospiti fragili"

Ma più di tutto, hanno fatto sapere dalla Leopardi, «tale azione ha generato ripercussioni sull’attività e lasciato soli ospiti fragili. Inoltre all’aver permesso ad un esterno di accedere alla Rsa senza curarsi di verificarne il Green pass o ancora di essersi recata in altro reparto a prelevare cibo dal carrello degli ospiti per portarlo nel proprio reparto, disattendendo il regolamento aziendale». Dure quindi le conseguenze con l’azienda che ha quindi preso provvedimenti:

«Le infrazioni di cui sopra sono talmente gravi da essere qualificate dal Ccnl applicato dalla Villa come giusta causa di licenziamento. Ora, la Villa, a tutela del lavoratore coinvolto, ha optato per una sanzione conservativa, non ancora applicata, in quanto il lavoratore – che ha avuto modo di esercitare il proprio diritto di difesa tramite audizione sindacale (di cui è stato fatto un verbale sottoscritto anche dal sindacato che afferma, invece, che la Villa srl non ha dato “diritto alla difesa”) – non ha mai ricevuto ulteriori provvedimenti disciplinari».

Le conclusioni della casa di riposo

Quel che è grave, hanno ribadito i vertici della Rsa, «E' che non sia stato tenuto in minima considerazione il fatto che l’esigenza di consumare una pizza in orario di lavoro di una persona che sarebbe rientrata a casa solo un’ora dopo, dopo un turno complessivo di 7 ore, è più importante del diritto dell’ospite fragile ad essere accudito».

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