Nuove zone 30 km/h: risultati inesistenti
L’associazione Fiab ha analizzato le area dove le auto dovrebbero circolare ad una velocità ridotta

“Nuove zone 30 km/h: apprezzabile l'intenzione "Abbiamo voluto tutelare maggiormente la circolazione pedonale nelle aree servite da importanti servizi pubblici quali scuole, ospedali e impianti sportivi” ha dichiarato l'assessore alla sicurezza Chiara Bonomi, ma per noi nulli i risultati” spiega Marina Buratti di Fiab Abbiategrasso Abbiateinbici.
Ne sono state attivate due in prossimità di istituti scolastici: una in via Legnano e traverse, l'altra tra le vie Da Vinci, Sciesa, Palestro e Donatori di Sangue. Solo buone intenzioni che nei fatti non si traducono in un comportamento più sicuro, molto spesso, e lo si evince anche dai molti messaggi sui sociale , un segnale molto spesso inosservato.
Solo segnali, pochi li rispettano
“Ma di fatto si tratta solo di cartelli che probabilmente pochissimi automobilisti riconoscono come un obbligo a rallentare, nessun limitatore fisico della velocità, nessuna indicazione che orienti verso percorsi alternativi, nessuna repressione delle violazioni, così il caos all'ingresso/uscita dei ragazzi è rimasto lo stesso con auto parcheggiate ovunque e i ritardatari che guidano come folli per recuperare qualche secondo – aggiunge Buratti - Resta poi da capire perché via Ginibissa, già perfettamente strutturata per la zona 30, sia esclusa da quella di via Legnano. Stretta, parcheggi alternati un po' a destra e un po' a sinistra per spezzare il percorso, due marciapiedi: solo un pazzo potrebbe pensare di percorrerla a velocità maggiore. E invece lì il limite è 50 km/h. Tutti i giorni io accompagno a piedi da via Magenta alle scuole di via Di Dio e Galimberti tre bambini di due, cinque e nove anni. In via Legnano i marciapiedi sono così stretti che si cammina in fila indiana, non c'è spazio per stare affiancati, non posso tenere per mano neppure il più piccolo. Se uno di loro decidesse improvvisamente di attraversare la strada, non riuscirei a impedirglielo. Nelle traverse invece si cammina in mezzo alla via perché i marciapiedi proprio non esistono”.
L’introduzione di nuove zone 30 dovevano essere un monito per tutti , per aumentare il livello di sicurezza soprattutto in area vicino a luoghi sensibili come scuole, ospedali, ma per ora non soddisfano le aspettative.
Servono più controlli
“Speravo che la "zona30" migliorasse la sicurezza per le persone a piedi e in bici. Invece niente è cambiato: i cartelli senza nessuno a controllare il rispetto delle regole sono completamente inutili – conclude - Agli automobilisti spetta oltre l'80 per cento dello spazio stradale, ma metà dei 900 ragazzi che frequentano gli istituti scolastici arriva a piedi o in bicicletta con un accompagnatore. Dunque quasi 1000 persone sono relegate in uno spazio dissestato che in molti punti è largo meno di mezzo metro. Eppure hanno lo stesso diritto a spostarsi in strada in sicurezza di chi è autotrasportato; anzi un po' di più, perché non hanno una corazza d'acciaio a difenderli”