UN TRAGUARDO IMPORTANTE

Nonno Paolo compie 102 anni: "Porto ancora le schegge della Guerra di Grecia"

Alla festa del centenario castanese la famiglia e il sindaco

Nonno Paolo compie 102 anni: "Porto ancora le schegge della Guerra di Grecia"
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La mente, ancora lucida, lo riporta agli anni ‘40 quando in Grecia si combatteva la cosiddetta «Campagna italiana», una delle tragiche istantanee della Seconda guerra mondiale. Di quella esperienza lui porta ancora le conseguenze. Deve ancora fare i conti con una scheggia che l’ha trafitto ma che non vuole venga rimossa. Un salto dal dentista, il consueto bicchiere di vino, il risotto la domenica e il calore della famiglia, di moglie e figli. Tutto questo è Paolo Noè, cittadino castanese che sabato scorso ha compiuto 102 anni.

La festa per i 102 anni di Paolo Noè

Ai festeggiamenti hanno preso parte i suoi familiari, la moglie Ida, con la quale festeggerà il prossimo 11 ottobre 70 anni di matrimonio, i figli, Elena e Giancarlo. Senza dimenticare la sorella Rosetta, che ha 94 anni ed è insieme a lui l’unica sopravvissuta della stirpe. I Noè, infatti, hanno combattuto guerre su diversi fronti: dalla Grecia appunto alla Russia all’Africa. Una giornata indimenticabile suggellata dalla telefonata delle nipoti che vivono in California (Stati Uniti) e dalla visita del sindaco Giuseppe Pignatiello.

La biografia di un centenario

Una storia ricca di aneddoti, quella del castanese nato il 3 settembre 1920. Ha sempre vissuto in paese, eccetto qualche parentesi a Catanzaro, dove ha svolto il servizio militare, e in Argentina, dove ha lavorato negli anni seguiti al secondo conflitto mondiale:

«Un giorno mi trovavo in ospedale alle prese con una scheggia che mi aveva trafitto. Benito Mussolini, il Duce, venne a farmi visita. Mi chiese se fossi brianzolo ed io gli risposi di essere milanese. Al termine dell’incontro mi regalò una sveglia, quella della vittoria. Che ancora conservo».

Il lavoro, poi la guerra: una vita normale ma densa di sfide per Paolo

Nel corso della sua vita Paolo ha svolto diversi lavori: si è occupato, in particolare, della distribuzione del pane e ha lavorato in una ditta di Milano che produceva bilance. Racconta poi la figlia:

«Mio papà si è salvato nascondendosi in una buca dove c'erano dei morti. Ha vissuto l’epoca della guerra senza mai perdersi d’animo».

Lo stesso, tuttavia, ha subito anche un’ingiustizia:

«Una volta sopravvissuto alla guerra, Paolo si è recato a Milano con l’obiettivo di richiedere la pensione. All’epoca come oggi, però, ne avevano diritto soltanto coloro che avevano delle conoscenze. Conoscenze in ambito politico che lui non aveva e per questo non ottenne la pensione. Non prende niente ed è qua ancora. Alla faccia di quelli che gli misero il bastone tra le ruote».

"La vita è fatta di ingiustizie, io ne so qualcosa"

C’è quindi un altro episodio che lo ha visto protagonista. Episodio che sempre la figlia ha raccontato così:

«Quando era sul punto di iniziare il militare, ci fu un colloquio dove mio padre si trovo davanti all’opportunità di effettuare il servizio a Vercelli oppure a Catanzaro. Prima di lui entrò un uomo che, portando come regali una gallina e alcuni salami, riuscì ad ottenere il posto più vicino, ossia Vercelli. Mio papà fu costretto ad andare a Catanzaro. Questo per dire che le ingiustizie ci sono sempre state e sempre, purtroppo, ci saranno». «Essere in salute e volersi bene», questa infine la ricetta per un matrimonio tanto longevo secondo la moglie Ida che sta già preparando il piatto preferito del marito: si tratta della paniscia, un risotto davvero speciale arricchito con prodotti tipici del territorio, tra cui carne e legumi.

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