Il mercato dei perennials in italia

Il mercato dei perennials in italia
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Rappresentano una quota decisamente corposa della società, che non guarda all'invecchiamento come ad un cambiamento delle abitudini quotidiane e dello stile di vita. Stiamo parlando dei perennials, considerati tra l'altro dei grandi consumatori. Il nome proviene dal concetto che contrappone una fetta consistente della popolazione ai cosiddetti "millenials", nati tra il 1981 e il 1996. A tal proposito, trovi maggiori informazioni su cocooners.com, ma nelle prossime righe vedremo insieme quali sono le caratteristiche dei perennials dal punto di vista commerciale.

Perennials: chi sono?

Come anticipato, a differenza dei millenials, con abitudini di vita precise e consolidate e nati in un preciso periodo storico, i perennials hanno l'ambizione di mantenere quello che è lo stile di vita originario. Questo, indipendentemente dal fatto che invecchino, quindi dalla loro età. In altre parole, mentre l'evoluzione demografica dei popoli ha sempre corso di pari passo con un cambiamento dello stile di vita, quello che invece caratterizza i perennials è che ne acquisiscono uno mantenendolo nel tempo.

L'età quindi, ha sempre meno rilevanza, dal momento che quello che conta è solamente come si vive. Ma quanti sono i perennials? Impossibile quantificarli con precisione, proprio per il fatto che non appartengono a una fascia d'età precisa, ma le stime parlano di un 21% a livello mondiale di ultrasessantenni entro il 2050, con punte decisamente maggiori in Paesi sviluppati come Germania, Giappone e Italia.

Prevenzione e salute: gli effetti

Se considerata nella veste di "consumatore", questa sezione decisamente corposa della nostra società riveste una grande importanza. Fino a non molti anni fa infatti, si pensava che con l'avanzare degli anni diminuissero le esigenze, servissero meno "cose", e di conseguenza che fosse necessario un reddito inferiore. Oggi invece, la situazione è cambiata, proprio per la considerazione che i Perennials vogliono mantenere lo stesso stile di vita nel corso del tempo.

Le aree di business che toccano da vicino i perennials sono essenzialmente due. La prima riguarda il benessere fisico, quindi per preservare le capacità psicofisiche. La seconda invece, è legata al benessere immateriale, con un conseguente boom di consumi legati al turismo, teatro, danza, musica e molto altro ancora. Tutto questo tra l'altro, con un approccio sempre più forte alla tecnologia. La differenza generazionale infatti, non è più così marcata come in passato in questo ambito.

Il fenomeno dell'ageism

In realtà stiamo assistendo ad un fenomeno che assume il nome di reverse coaching, dove i giovani rivestono il ruolo di insegnanti con gli adulti. Parliamo quindi di un avvicinamento tra generazioni che rende i perennials decisamente più positivi verso il futuro, che appare sostanzialmente più gestibile. Tutto questo però, si scontra anche con un altro fenomeno, in questo caso non positivo: l'ageism. Si tratta di una forma di discriminazione nei confronti di quella fascia di popolazione più anziana.

Ovviamente parliamo di una discriminazione in ambito pubblicitario. I perennials rappresentano un mercato di ampie dimensioni in ulteriore crescita, quindi sotto l'aspetto del "consumismo" sono più interessanti dei millenials. Ma mentre questi ultimi sono sempre discussi da tutti, dei perennials si curano ancora in pochi. A distogliere l'attenzione verso i perennials troviamo due fattori molto precisi. Il primo riguarda l'età media di chi lavora nel marketing, piuttosto giovane.

Questo induce i pubblicitari a proiettare su loro stessi il mercato. Il secondo fattore è di stampo psicologico. Il target dei giovani infatti, viene ritenuto commercialmente più interessante perché giudicato più vivace. Questa considerazione però, rappresenta solamente un pregiudizio senza alcun fondamento.

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