"Mamma, ho vinto due ori e li dedico a te"

Davide Sansoni, 12 anni di Magenta, segue la strada indicata da Emy Minacore, scomparsa tragicamente.

"Mamma, ho vinto due ori e li dedico a te"
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L’amore di un figlio per la propria mamma, scomparsa tragicamente, espressa nella volontà di continuare a crescere seguendo i suoi insegnamenti e le sue passioni. Davide Sansoni, 12 anni di Magenta, nuota nella squadra agonistica del Cief Magenta, nei giorni scorsi ha conquistato le sue ennesime medaglie d’oro, a Biella, nei 50 metri stile libero e nei 50 metri delfino, nella categoria A2 12 anni. Era la prima gara della ripresa dopo la pandemia.

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Emy Minacore

"Mamma, ho vinto due ori e li dedico a te"

Davide è stato portato in piscina da piccolo dalla sua mamma, Emy Minacore, scomparsa per un malore sotto casa il 3 maggio scorso, e da allora non ha mai smesso di frequentare le vasche magentine: «Avevo solo 5 anni quando la mamma mi ha iscritto ai primi corsi di acquaticità della piscina di Magenta - racconta - dopo due anni ho iniziato con l’agonismo. Lei, che era una sportiva, mi ha sempre spronato ed era sempre sulle gradinate a fare il tifo per me».  Una mamma convinta che il nuoto fosse lo sport migliore per il proprio figlio, al quale ha anche trasmesso la passione per la musica, lei che cantava da professionista. Un amore che Davide ha recepito e, nel tempo libero dallo studio (frequenta la seconda media alle scuole Baracca) e dagli allenamenti in piscina, tutti i giorni, per un’ora e mezza, si rilassa con la musica.

Sulle orme della mamma

Emy ha avuto la soddisfazione di vedere il suo Davide tante volte sul podio, nonostante la sua giovane età: la prima volta quattro anni fa, quando vinse a Novara la medaglia d’argento nei 50 metri delfino. Elio Sansoni, marito di Emy e papà di Davide, dice: «Nel nuoto, come a scuola  e in tutto il resto, Davide ha preso il carattere della mamma. Forza di volontà e soprattutto convinzione nelle proprie azioni, non arrendersi al primo ostacolo ed avere sempre voglia di migliorarsi, di arrivare un po’ più in là - precisa- Il suo primo allenatore, Massimo, vide delle potenzialità in lui e lo portò quasi subito in agonismo. Un allenatore corretto, che non alimentava false speranze nei genitori e nei piccoli atleti,  una guida importante per Davide, che  l’ha molto aiutato a correggere i difetti che tutti hanno all’inizio».

Talento in vasca

Sin dagli esordi Davide era fermamente convinto di quello che faceva, tanto che mentre gli altri bambini giocavano e si rilassavano nei momenti di pausa dalla lezione di nuoto, lui continuava a provare tuffi, virate e bracciate e il primo anno, pur gareggiando con bambini che avevano a volte un anno in più di lui, ha incominciato a vincere nella sua prima specialità, il delfino, dove sono in pochi a gareggiare, anche perchè per un bambino e’ una disciplina fisicamente dispendiosa e difficile da applicare in tenera età. Davide mostra con umiltà  le sue tante medaglie: 13 ori, 5 argenti e 1 bronzo, mentre il padre continua orgoglioso nel racconto.
«Dopo le prime gare cominciai a visitare siti per vedere i vari tempi in acqua e mi accorsi che quelli di Davide erano sempre tra i primi 50 a livello nazionale - prosegue il papà - spronato da sua mamma e da me, poteva solo migliorare».
Il giovane nuotatore ha sofferto molto in questi due anni di fermo, ma si manteneva in forma correndo, a volte con la mamma e facendo esercizi a casa. Poi la tragedia, la perdita della mamma e il desiderio di onorarla vincendo, con la grinta in vasca e lo sguardo al cielo.

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