Rho

Lapidi «dimenticate» in un cortile

A chi appartengono e come mai si trovano all’interno del palazzo situato in corso Europa 161 a Rho, l’abbiamo chiesto allo storico Airaghi.

Lapidi «dimenticate» in un cortile
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Sulle tome sono riportati i nomi di Luigia Simonetta Ciani, Giambattista Simonetta e di Ignazio Vidiserti.

Le lapidi da anni sono abbandonate nel cortile

Tre lapidi in un cortile del centro, tre lapidi che da anni sono in quella posizione, ma che solamente in queste settimane sono state «portate» alla ribalta da una fotografia apparsa sui social. Ma di chi sono? Come mai si trovano a Rho in quel cortile di corso Europa 161? Queste le domande che si sono fatti diversi rhodensi, alcuni dei quali hanno anche contattato la nostra redazione. Sulle lapidi i nomi di Luigia Simonetta Ciani, Giambattista Simonetta e di Ignazio Vidiserti.

Vidiserti è stata una importante figura per la comunità di Rho

Dei primi due purtroppo si sa poco, mentre per quanto riguarda Ignazio Vidiserti sappiamo, grazie allo storico rhodense Piero Airaghi che è stata un’importante figura per la comunità rhodense nell’800. Un uomo che ha portato grandi cambiamenti grazie alle sue donazioni per la costruzioni di ospedali e case di cura. Ha aiutato le famiglie povere e gli enti comunali di assistenza e beneficenza. La famiglia abitava nella Villa Vidiserti, ancora esistente. La villa era stata lasciata nel 1750 dal dottor Negro, e fu proprietà della famiglia fino al 1856 per poi passare alla famiglia De Vecchi, figli dell’ultima erede Vidiserti Antonia, e poi alla famiglia Medici.

Lapidi che hanno scritto la storia di Rho e oggi sono abbandonate sotto le intemperie

Oggi la villa è stata frazionata in vari appartamenti. «Nel 1791 all’interno della casa c’era l’oratorio privato dei Vidiserti dedicato alla natività di Nostro Signore Gesù Cristo e moltissima arte e cultura - afferma Piero Airaghi - Un pezzo del parco della villa è oggi il parco De Vecchi. L’oratorio, secondo il testamento di Ignazio Vidiserti, è stato lasciato in eredità ai più elemosinari di Milano insieme a 80mila lire. Di queste 80, 20mila lire finirono ai poveri del comune di Rho».
Lapidi che hanno scritto la storia di Rho, ma che oggi sono appoggiate a un muro e lasciate sotto le intemperie. «Se non vengono conservate in modo corretto si usureranno a causa della pioggia fino a scomparire, meriterebbero una collocazione vicino alla villa, in un punto in cui si possano ammirare anche dall’esterno», afferma Airaghi.

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