LA STORIA

"La mia missione? Aiutare gli anelli deboli": Pamela è Cavaliere al Merito

L'ex parabiaghese è una persona disabile grave che dà aiuto a chi è affetto da malattie reumatologiche

"La mia missione? Aiutare gli anelli deboli": Pamela è Cavaliere al Merito
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«La mia missione? Aiutare gli anelli deboli della nostra società». E così Pamela De Rosa, persona con disabilità grave che ha vissuto per diversi anni a Parabiago, è stata insignita del titolo di «Cavaliere al Merito della Repubblica italiana»

La lotta per gli ultimi

La lotta per gli ultimi, un insegnamento ricevuto fin da quando era bambina. Che diventa oggi motivo di orgoglio, riconoscimento, quello ottenuto per volere del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che l’ha insignita «Cavaliere al Merito della Repubblica italiana».

Destinataria del prestigioso riconoscimento è Pamela De Rosa, persona con disabilità grave che ha vissuto per diversi anni a Parabiago, la città che l’ha cresciuta. Ora vive a Somma Lombardo e continua il suo impegno nel sociale. E lo fa con un focus ben preciso, che punta i riflettori sull’Associazione persone con malattie reumatiche e rare

La storia e l'impegno

Cresciuta a Parabiago, dove ha svolto militanza politica, per oltre un decennio, tra le file del centro sinistra, nel 2017 si è trasferita a Somma Lombardo, dopo che le sue condizioni di salute sono peggiorate fino a determinarne lo status di invalidità grave. Una condizione che le ha fatto cambiare spartito. Un nuovo stile di vita che tuttavia ha avuto come filo rosso quello del volontariato. Infatti la stessa combatte per le disabilità considerate come «invisibili»:

«Per me aiutare gli altri significa offrire un aiuto concreto. E’ la molla che continua a guidare le mie giornate».

Come consigliera di Apmarr, De Rosa si occupa di supportare i pazienti prima, durante e dopo le visite specialistiche.

«Non diamo né consigli né pareri medici. Rivolgiamo però l'attenzione alle reti territoriali, le quali si occupano di chi ha più bisogno. Il mio lavoro si interseca con quello dei medici. Oltre alle cure, c'è la necessità di prendersi cura della persona in toto».

Una propensione all'ascolto

Un'attitudine all'attenzione e all'ascolto quella che appartiene all'ex cittadina parabiaghese. Fattori che le hanno consentito di ricevere la tanto inaspettata mail da parte del Cerimoniale, che l'ha avvisata dell'apertura di un'istruttoria a suo nome. Per lei è «difficile stabilire chi abbia portato avanti la mia candidatura. Mi circondo di tante persone e svolgo diverse attività».

L'origine del premio

Un'idea sull'origine di questa onorificenza, tuttavia, «ce l'ho: in piena epoca Covid, infatti, "mi sono occupata di aiutare persone che mostravano carenze a livello di farmaci. Quelli usati per curare le malattie reumatologiche, proprio nel periodo più buio della pandemia, si è scoperto che erano utili per la cura del Covid stesso. Tutto ciò ha rischiato di mettere a rischio coloro che di quei farmaci non potevano fare a meno. Come associazione, dunque, siamo rimasti al fianco di coloro che soffrivano».
Resta ancora da definire la data del ritiro delle onorificenze.

 

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