Bareggio

La felpa del sindaco diventa un caso politico

Sinistra e Anpi: "Richiami al fascismo". La maggioranza: "Pagliacciata di chi non ha argomenti".

La felpa del sindaco diventa un caso politico
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La felpa del sindaco di Bareggio Linda Colombo e dei consiglieri della Lega Mirko Pelloia e Lorenza Verardo diventa un caso politico. A scatenare la bagarre è stata la pubblicazione su Instagram di una foto del primo cittadino e del consigliere Verardo che le ritrae con una felpa della Pivert. Nell’immagine, il sindaco ha aggiunto che «una felpa è una felpa». La foto è stata scattata dopo che il consigliere Pelloia, presentatosi in una commissione consiliare con la stessa felpa, era finito su un giornale locale poiché il proprietario della Pivert, Francesco Polacchi, è dichiaratamente vicino a Casapound.

Sinistra e Anpi: "Richiami al fascismo"

Ma Partito democratico, Sinistra in Movimento, Rifondazione comunista e Anpi non hanno gradito la «provocazione» del sindaco: «In un primo momento pensavamo che il consigliere Pelloia avesse indossato quella felpa per ingenuità, invece a quanto pare sapeva benissimo, come tutti sanno anche in maggioranza, cosa c’è dietro: l’azienda produttrice, infatti, finanzia ed è finanziata da Casapound - ha dichiarato Roberto Correnti, presidente dell’Anpi - Sarebbe bastato scusarsi, invece è intervenuto il sindaco con una provocazione bella e buona contro tutti gli antifascisti, dimenticandosi che quando è stata eletta ha giurato sulla nostra Costituzione che è dichiaratamente antifascista. Invitiamo Pelloia a dimettersi da presidente della commissione e il sindaco a chiedere scusa».
All’attacco anche il Pd: «Il sindaco rappresenta tutta la cittadinanza e certi valori sono imprescindibili - ha detto il vicesegretario Lorenzo Zanzottera - Una presa di posizione netta da parte sua è un dovere morale e civico». Per il consigliere Giancarlo Lonati, sempre del Pd, «indossare quella felpa (che uno non compra per caso, dato che si acquista solo online o in un negozio specializzato) significa volere sottolineare un’idea che uno ha e vuole continuare ad avere». Secondo Tina Ciceri, capogruppo dem, «è stato superato ogni limite e si è mancato di rispetto verso chi ha lottato veramente contro il fascismo. Fastidioso il sorriso del sindaco e fastidiosa la battuta del consigliere Ermes Garavaglia che ha commentato dicendo “quasi quasi la compro anche io”».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Patrizia Ribaga, candidato sindaco di Sinistra in Movimento alle ultime elezioni: «Si cerca di fare passare come goliardata qualcosa che goliardata non è - ha affermato - Purtroppo la percentuale di fascisti in Italia è maggiore di quella che si possa pensare».
Per Franco Gianelli (Rifondazione), il pericolo è «il tentativo di legittimare queste situazioni è far sì che diventino la normalità».

La replica della maggioranza

«Ormai si attaccano a tutto, anche a come si vestono il sindaco e i consiglieri, pur di gettare fango su un'Amministrazione “colpevole” di stare risolvendo tutti i problemi ereditati da loro - affermano i referenti dei tre partiti di maggioranza, Giuseppe Sisti (Lega), Mimmo Bonomo (Fratelli d’Italia) e Roberto Pirota (Forza Italia) - Siamo esterrefatti al cospetto della conferenza stampa sulla felpa del sindaco convocata da Pd, forze politiche di sinistra da zero virgola e Anpi, associazione che si definisce apolitica ma che politica è eccome, visto che il suo presidente riveste la carica di presidente del Consiglio comunale di Sedriano in una Giunta di centrosinistra. Se la prendono in maniera ignobile col nostro sindaco e col consigliere Pelloia, un ragazzo perbene, istruito, con tanto di laurea magistrale in Economia e Commercio, per felpe che, come tutti possono vedere, sono normalissime e non hanno alcun simbolo politico o scritta che richiama al fascismo. Non entriamo nel merito di tutte le assurdità che sono state dette e delle offese rivolte ai nostri amministratori (ci penseranno gli avvocati), ma vogliamo fare una domanda ai cittadini dotati di cervello funzionante: secondo voi, prima di acquistare un capo di abbigliamento o un qualsiasi oggetto, bisogna prima fare un'indagine per scoprire vita, morte e miracoli (e idee politiche) di chi lo produce altrimenti si viene sbattuti sui giornali e tacciati di essere fascisti? E' normale tutto questo? Secondo noi è una pagliacciata che denota a che livello sia scesa la politica bareggese e fa capire quanto qualcuno sia a corto di argomenti seri».

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