Lezione di giustizia

Il procuratore Gratteri con gli studenti del Bernocchi di Legnano

Gli studenti alla fine dell'incontro hanno consegnato una targa al magistrato

Il procuratore Gratteri con gli studenti del Bernocchi di Legnano
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Nicola Gratteri agli studenti dell’ISIS Bernocchi di Legnano . “Con questi incontri speriamo di incidere sulle vostre scelte di campo future”

 

Un incontro con le nuove generazioni

 

Il magistrato, noto per il suo impegno nella lotta contro la ‘ndrangheta, ha incontrato e dialogato con gli studenti dell’Istituto legnanese insieme al Professor Antonio Nicaso, in occasione della

pubblicazione del loro libro “Il Grifone” Il magistrato Nicola Gratteri ha incontrato gli studenti delle classi quarte e quinte dell’ISIS Bernocchi nel pomeriggio di giovedì 18 aprile. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli con una lunga carriera nella lotta alla ‘ndrangheta, il Dott. Gratteri ha risposto alle domande dei ragazzi sulla sua attività e sui temi trattati nel libro “Il Grifone”, scritto con il Professore universitario ed esperto di criminalità organizzata Antonio Nicaso. I due sono stati ospiti di una conferenza organizzata dall’Istituto in collaborazione con l’associazione Su la testa, con l’Associazione Nazionale Carabinieri e con la Fondazione Heal.

 

Una profonda analisi sulle mafie

 

Gli studenti, che attraverso il libro sono venuti a conoscenza di come le mafie, e in particolare la ‘ndrangheta, si siano addentrate nello spazio digitale come fosse un territorio di conquista, hanno chiesto al magistrato se la lotta alla criminalità organizzata sia diventata più complicata che in passato.

“Le mafie hanno subito più volte mutamenti nel corso dei decenni: man mano che la società cambia, cambiano anche i mafiosi. Negli ultimi anni, abbiamo scoperto una mafia in grado di operare con tecnologie avanzate, di estrarre bitcoin e condurre transazioni illecite per miliardi di euro nel mercato virtuale. Per acquistare armi o cocaina, i malavitosi oggi non devono più addentrarsi nella foresta amazzonica come un tempo”, spiega il Procuratore.

Si è dunque sottovalutato il fattore informatico? “Siamo rimasti indietro”, ammette il Dott. Gratteri.

“Abbiamo bisogno di ingegneri informatici per stare al passo con gli hacker di cui si avvalgono le organizzazioni mafiose. Si tratta di persone con conoscenze di primissimo livello, soprattutto stranieri, in particolare romeni e bulgari.” Ma come riescono a reclutarli? “Le organizzazioni mafiose fanno quello che il mercato insegna: pagano i loro IT cinque volte più di quello che l’amministrazione pubblica di uno Stato possa offrire”, spiega il professor Nicaso.

Nel libro vengono citati Stati considerati paradisi fiscali, tra cui Malta. Come mai allora, chiedono i ragazzi, è stato rimosso dalla blacklist UE? Le mafie hanno ricevuto agevolazioni dopo questa mossa?

“Quando ancora faceva parte dell’UE, la Gran Bretagna fece di tutto per far togliere Malta dalla blacklist”, risponde ancora il professore. “Oggi Malta è tappa obbligata per chi guadagna con il gioco d’azzardo, ma è solo uno dei tanti paradisi esistenti. L’Italia fa molto per nell’impoverimento delle mafie, riesce a confiscare alla criminalità organizzata milioni di euro. Il resto d’Europa fa poco o nulla in questo senso.”

Interrogato sulle modifiche che apporterebbe al Codice Penale per diminuire il tasso di criminalità, Gratteri risponde: “Abolirei tutte le riforme fatte dagli ultimi governi, non fanno che rallentare il corso della giustizia, proteggono le famiglie e ostacolano la lotta alla mafia”. Quanto alla possibilità di controllare il mondo digitale a livello legislativo, “non c’è la volontà politica di creare delle norme che valgano per tutti gli Stati”. “Se fossero di proprietà degli Stati, internet, i social e l’AI si potrebbero regolamentare, ma sono di proprietà delle multinazionali”, commenta il professor Nicaso.

Dato l’altissimo rischio e la difficoltà del suo lavoro, cosa ha portato allora il magistrato a proseguire per la sua strada? “Proprio quando le minacce aumentano, capisci di essere nel giusto, che non ti devi voltare dall’altra parte, che devi tirare dritto”, afferma il Procuratore. “Ecco cosa ci ha portato fino a qui, con voi.”

Alla domanda se i giovani siano sufficientemente sensibilizzati sui rischi legati alle attività criminali online e sul tema della legalità, Gratteri risponde negativamente. “Il problema è che i ragazzi sono distratti da tutto quello che luccica e produce effetti speciali. Noi vedevamo i nostri insegnanti come modelli, oggi l’insegnante non è più guardato come un esempio. Per voi il modello vincente è ‘il cafone’ che arriva con il SUV nel locale alla moda”, commenta. “Ben vengano questi incontri, che sono occasioni per cercare di incidere sulle vostre scelte di campo per il futuro.”

Il Procuratore afferma di non poter essere accostato ai Magistrati Falcone e Borsellino, “due giganti, derisi in vita proprio dai ‘gattopardi’ che si sono definiti loro amici quando sono morti. Non sono alla loro altezza. Faccio solo il mio meglio per fare bene il mio lavoro, che è affascinante e ricco di forti emozioni: da un dettaglio, si ricostruiscono a ritroso le dinamiche di una vicenda criminale, di un omicidio. Ma ci sono anche storie più piccole, che fanno meno rumore. Quando riesci a risolvere il problema di un cittadino vessato da un piccolo mafioso, per esempio, hai risolto il dramma di una vita!”

 

Consegnata una targa dagli studenti

 

Al termine dell’incontro, gli studenti hanno consegnato al Procuratore una targa realizzata mediante l’utilizzo di stampanti 3D e macchine utensili CNC, progettata dai ragazzi dell’indirizzo meccanico insieme ai loro professori Antonio Lamattina e Marzio Butti.

“È un onore per il Bernocchi che il Dott. Nicola Gratteri abbia voluto incontrare i nostri studenti. A lui e al Prof. Antonio Nicaso vanno i miei più sentiti ringraziamenti, insieme al Comandante dei Carabinieri di Legnano, Maggiore Pietro Francesco Laghezza, e alle associazioni che hanno reso possibile questa preziosa occasione”, commenta la Dirigente Elena Maria D’Ambrosio.

 

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