Fondazione Piatti rilancia il progetto "Falinks", l’atletica come percorso riabilitativo per bambini con autismo
Il progetto, iniziato a gennaio dello scorso anno, ha raggiunto i suoi obiettivi: i sette bambini (dagli 8 agli 11 anni) che hanno partecipato ora continueranno il loro percorso fino a giugno
Riparte, dopo la sperimentazione dello scorso anno, il progetto “Falinks” di Fondazione Piatti. Un percorso riabilitativo che ha coinvolto sette bambini con disturbo dello spettro del centro Mafalda Luce di Milano tra gli 8 e gli 11 anni con l’obiettivo di introdurli alla quotidianità al di fuori del centro e alla socializzazione con i compagni di squadra, ma anche per sviluppare nuove competenze motorie, di coordinazione, di organizzazione e di pianificazione.
Dopo la sperimentazione, i primi risultati
Il progetto, realizzato all’interno di un più ampio progetto di dottorato di ricerca con l’Università Statale Bicocca e grazie alla collaborazione di Milano Atletica e Bicocca Stadium, si è rivelato un successo, sia durante il suo svolgimento, vedendo di persona i miglioramenti dei bambini allenamento dopo allenamento, sia al termine del percorso, ovvero all’evento conclusivo di giovedì 29 giugno 2023, quando i bambini del centro hanno disputato alla festa di Milano Atletica alcune gare contro i ragazzi della società giallorossa.
"Innanzitutto, la proposta di uscire dal centro per recarsi in un luogo dedicato all’attività si è rivelata una spinta motivazionale per i “Falinks” – ha spiegato Anna Ferrari, educatrice del centro e responsabile del progetto – L’anticipazione del contesto in cui ci saremmo recati e lo studio del percorso per raggiungere il campo ha permesso di promuovere l’autonomia dei bambini negli spostamenti, prima utilizzando una mappa, poi consultandosi tra loro fino alla memorizzazione della strada. Durante il percorso i bambini hanno esercitato diverse competenze: orientamento spaziale e temporale (tempo di percorrenza), attenzione al contesto (strisce pedonali, eventuali imprevisti), adattamento all’esposizione di molteplici stimoli (rumori forti nel sottopassaggio, flussi di persone tra la stazione e l’università)".
Questi, dunque, i primi risultati raggiunti, ma non finiscono qui.
"In secondo luogo – continua Ferrari – l’esercizio delle autonomie di vestizione all’interno dello spogliatoio ha permesso un lavoro intensivo sulla gestione del proprio materiale e, infine, la realizzazione degli allenamenti ha permesso il potenziamento delle competenze di organizzazione e coordinazione motoria, nonché la diminuzione del manifestarsi delle stereotipie dei bambini. Gli apprendimenti sono stati progressivi, nel rispetto delle abilità individuali di ciascun bambino e a partire dalle discipline che prevedevano l’esercizio dei movimenti motori più semplici (come la corsa e il salto in lungo), sono state poi affrontate le basi di discipline più complesse (come la corsa a ostacoli, il salto in alto e il lancio del vortex). I bambini, al termine del progetto, hanno interiorizzato la routine del riscaldamento e assimilato i gesti motori più semplici, che gli hanno permesso di sfidarsi di fronte alla platea di genitori e in occasione della gara societaria".
Insomma, un vero e proprio successo che ha spinto le famiglie dei bambini ad avanzare la richiesta agli educatori di mantenere attivo il progetto e Fondazione Piatti a rilanciarlo anche quest’anno.
Il primo allenamento
E proprio ieri, mercoledì 27 settembre, si è tenuto il primo allenamento della nuova “stagione”. Quindi, da qui e fino a giugno Falinks riprenderanno a correre, saltare e allenarsi per continuare nel loro percorso di crescita e nel raggiungimento degli obiettivi a lungo termine, come la conoscenza e l’accesso ai servizi sul territorio; la gestione autonoma dell’orientamento nello spazio e del tempo; il raggiungimento della gestione autonoma del materiale sportivo anche in condizioni climatiche differenti; arrivare alla consapevolezza di aver preso un impegno che richiede costanza di frequenza e tempo per parteciparvi; l’acquisizione dei gesti motori di base per dedicarsi alle diverse discipline dell’atletica leggera; portarli alla consapevolezza della propria predisposizione e/o preferenza rispetto alle discipline presentate; all’acquisizione della comprensione e interiorizzazione del concetto di competizione positiva, esercizio come sfida verso sé stessi per migliorare i propri risultati, senza il costante confronto con la performance degli altri; e infine, l’avvicinamento alla conoscenza dell’atletica leggera attraverso la condivisione di gare sportive ad alto livello.