Eutanasia legale, Rho Casa Comune raccoglie le firme

Durante i primi due banchetti sono state raccolte 250 firme

Eutanasia legale, Rho Casa Comune raccoglie le firme
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Oggi, sabato 21, in via Madonna sarà possibile firmare sulla proposta di legge sul fine vita

Nei primi due banchetti raccolte 250 firme a Rho e 350mila in tutta Italia

Riprenderanno oggi,  sabato 21 agosto in via Madonna a Rho,  i banchetti di Rho Casa Comune per la raccolta di firme sulla proposta di legge sul fine vita. Durante i primi due banchetti effettuati nelle scorse settimane sono stati più di 250 i rhodensi che hanno deciso di firmare. «Abbiamo consegnato le firme in Comune, firme che sono andate ad aggiungersi alle 350mila raccolte finora in tutta Italia - afferma Luigi Negrini segretario di Rho Casa Comune - I casi di DJ Fabo, di Piergiorgio Welby, di Luana Englaro, e molti altri non conosciuti, ci hanno fatto comprendere come la richiesta di lasciare questa vita, da parte di persone sofferenti, senza alcuna possibilità né di guarigione né di miglioramento delle condizioni sanitarie, sia un atto di civiltà e un diritto, e per noi sia necessario consentire, anche in Italia, che questo diritto sia praticabile».

Stupisce che solo Rho Casa Comune abbia trovato il tempo di raccogliere le firme

Il segretario del gruppo rhodense «bacchetta» gli altri partiti della città. «Stupisce che solo Rho Casa Comune abbia trovato tempo e modo di raccogliere le firme e di schierarsi pubblicamente a favore della proposta dell’associazione Luca Coscioni, anche se poi, un po’ alla chetichella, qualche candidato di altre liste si è fatto vivo sottoscrivendo la petizione per la proposta di legge».
A firmare la proposta di legge sono stati soprattutto i giovani. «Questo ci conforta, vuol dire che le battaglie sui diritti, speriamo non solo sull’eutanasia legale, ma anche sui diritti LGBT+, lo Ius Soli ed il diritto dei bambini che nascono in Italia e ci vivono di essere italiani da subito, sono battaglie che incontrano non solo l’interesse ma lo schierarsi dei giovani» conclude Negrini.

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