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Disagi trasporti: in campo le “mamme vedetta”

Per limitare i continui disagi dei trasporti pubblici

Disagi trasporti: in campo le “mamme vedetta”
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Fanno le vedette le mamme degli studenti di Monzoro, frazione di Cusago.  Una di loro aspetta dalla finestra di casa, vicino alla fermata degli autobus, per avvisare tutti sull’arrivo o meno dei pullman che portano i ragazzi a scuola.

Si scambiano informazione su WhatsApp

L’organizzazione, seppur minima, cerca di supplire ai disagi per il trasporto pubblico locale che continuano nell’abbiatense. Nella scorsa settimana proprio al Comune di Cusago oltre che a quello di Gaggiano Stav ha inviato una lettera spiegando che è in corso di svolgimento il percorso di formazione per portare sulle strade nuovi autisti, autisti che saranno pronti per la fine di questo mese o al più tardi per l’inizio di marzo. Un punto di svolta che però è sempre più urgente, proprio come raccontano alcune delle mamme del gruppo WhatsApp delle «vedette», quelle che si organizzano ogni mattina per capire se una di loro dovrà prendere l’auto e portare i figli a scuola a Milano o altrove.

«Mi tocca presidiare, mi sento quasi una vigilante - racconta una mamma - Dal 2015 scrivo a Stav, al protocollo del Comune, all’agenzia del trasporto pubblico locale e chi più ne ha più ne metta. Mi hanno risposto che abbiamo pochi autisti, che siamo in difficoltà. Eravamo nel 2015, ora siamo nel 2023: basta comunicarlo in anticipo che un autobus non ci sarà, uno si organizza e cerca di prendere la corsa prima. Mia figlia usciva alle 6.34 perché spesso all'epoca saltava l’autobus delle 6.50. Quindi arrivava al Liceo artistico Boccioni in zona Fiera, a Milano, alle 7.15, un'ora prima dell'inizio delle lezioni e quindi andava al bar».

Pronte a prendere l’auto

«Da quegli anni lì ci siamo organizzati così, vuol dire che abbiamo fatto un gruppo WhatsApp. Io ho tre figli quindi copro una fascia abbastanza ampia, esco al mattino con il cane e con le chiavi della macchina, pronte per un viaggio a Bisceglie e accade regolarmente. Si parte, scriviamo nel gruppo WhatsApp e ci diciamo fra genitori se ogni autobus è arrivato, sta arrivando, o se è pieno e cerchiamo di informare gli altri genitori nel gruppo».

Il problema a Monzoro è anche  che

«questa è l'ultima fermata prima del capolinea, se l'autobus non ha caricato passeggeri certe volte non si ferma, salta proprio la fermata certe volte. Mi è stato detto che mio figlio può prendere il treno, ma il treno parte altrettanto puntuale, non è che parte cinque minuti prima». C’è poi chi ha a che fare con il trasporto locale per la prima volta: «E’ il primo anno che mio figlio va al liceo, abito a Monzoro da sempre e ho scoperto in quest'anno di servizio Stav che non è mai tardi per capire che sia un comune mal servito, in particolare la situazione di isolamento è anche rispetto all'altra fermata verso Milano, che è Molino Dorino e che potrebbe diventare un buon punto di riferimento per il trasporto per riuscire ad arrivare a Milano».

Queste le difficoltà delle mamme che «ogni mattina siamo qua a vegliare sui ragazzi».

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