la sentenza del tar

Dichiarato illegittimo il rinnovo automatico delle concessioni di suolo pubblico

Il TAR ha ribadito che anche le amministrazioni locali sono tenute alla disapplicazione immediata delle norme che contrastano con le disposizioni dell'Unione Europea sulla concorrenza

Dichiarato illegittimo il rinnovo automatico delle concessioni di suolo pubblico
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Il Tar ha dichiarato che il Comune di Legnano non può rinnovare automaticamente la concessione del suolo pubblico, ma deve procedere con una gara.

Concessione suolo pubblico, la sentenza del Tar

Il TAR Lombardia, sede di Milano, con la sentenza n. 2709/2022 ha stabilito che un Comune – in questo
caso, quello di Legnano - non può disporre il rinnovo automatico delle concessioni del suolo pubblico ma deve procedere alla assegnazione solo a seguito dell'esperimento di una apposita procedura aperta, previa pubblicazione di un bando o di un avviso di indizione di gara.

Cambiare le norme non adatte

Il TAR ha ribadito che anche le amministrazioni locali sono tenute alla disapplicazione immediata
delle norme che contrastano con le disposizioni dell'Unione Europea sulla concorrenza: in particolare, sono da ritenersi illegittimi i rinnovi automatici delle concessioni (disposti in applicazione dell’art. 181 comma 4 bis d.l. n. 34/2020, convertito dalla l. n. 77/2020 e della Deliberazione della Regione Lombardia n. XI/4054 del 16/12/2020, recante le disposizioni attuative della disciplina del commercio su aree pubbliche) .

Le norme che li prevedono, infatti, contrastano con i principi della libera concorrenza e con l'art. 12 famosa Direttiva Bolkestein (Direttiva 2006/123/CE).

Il commento dello studio legale

"La maggior parte delle amministrazioni locali in Lombardia si è già adeguata a questo logica e motivato orientamento, disapplicando la normativa che prevede il rinnovo automatico delle concessioni del suolo pubblico ed aprendo così il mercato a nuovi operatori, nell’interesse dalla libera concorrenza e soprattutto del pubblico dei consumatori” ha affermato la A&A Studio Legale con gli avvocati Giorgio Albè e Maria Laviensi che hanno patrocinato la causa.

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