Manifestazione

Ddl Zan, cento al corteo pacifico per i diritti

Il popolo arcobaleno è sceso in piazza a Legnano.

Ddl Zan, cento al corteo pacifico per i diritti
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Ddl Zan: canzoni, testimonianze, cartelloni e naturalmente bandiere e nastri arcobaleno oggi a Legnano per manifestare in favore del disegno di legge contro l’omotransfobia affossato al Senato.

Ddl Zan, manifestazione da piazza Carroccio al Castello Visconteo

Un centinaio le persone che hanno accolto l’appello lanciato dagli organizzatori e che si sono radunate in piazza Carroccio alle 14 per poi dare vita a un corteo pacifico che ha raggiunto il Castello Visconteo, dove i manifestanti si sono disposti in cerchio e, legati l’uno all’altro dai nastri colorati, hanno intonato «Imagine» di John Lennon.
Lo hanno fatto perché «ci sono di mezzo i diritti di tutti, di persone che fanno parte di minoranze, ma anche di chi è etero, per rendere questo mondo un mondo più giusto, libero e sicuro per tutti».

La testimonianza di Federica e Chiara, unite civilmente

Prima del corteo, le testimonianze. «Il ddl Zan non è una legge a sfavore, ma a favore - ha detto Federica Palma al megafono - Per noi questo è il primo evento dedicato ai diritti civili, non siamo legati ad alcuna associazione né tanto meno a partiti politici: ci interessa informare, unire e non dividere. Siamo stati attaccati sui social dai classici leoni da tastiera, ma noi siamo qui senza ripensamenti né paure. Io sono unita civilmente con Chiara, mia moglie, e non ho paura nonostante i commenti che devo affrontare tutti i giorni al riguardo. Chi discrimina, odia e giudica, ha paura del cambiamento e dell’evoluzione».
«Sono la moglie di Federica dal 20 giugno 2020: ci siamo unite in comune a Legnano in piena pandemia e in modalità ristretta - è intervenuta Chiara Ruffato - Sebbene del matrimonio in sé non mi sia mai importato granché, desideravo fare un passo per tutte e tutti noi, desideravo tutelare la persona che ho scelto di avere al mio fianco per il mio sentire. Noi abbiamo avuto il coraggio e la comprensione delle nostra famiglie costruita nel tempo, ma quanti fanno fatica? Ed è questo il punto, essere liberi di scegliere, avere una tutela e prendersi al contempo delle responsabilità. Su questo in Italia siamo ancora troppo indietro».

«Ora sono Federico e sono finalmente un ragazzo felice»

«Io sono Federico e sono finalmente un ragazzo felice - ha preso la parola un giovane stupito di vedere così tante persone al suo fianco - Ci sembra sempre di non c’entrare niente con gli altri e di essere troppo pochi per farci sentire : invece è bello vedere che ci siamo e non siamo pochi. Sono felice perché finalmente sto vivendo la mia vita: io sono nato in un corpo che non era conforme alla mia identità di genere, un corpo che viene definito biologicamente femminile. Oggi sono qua e sono Federico, ed è questa la cosa importante. La mia è stata una lunga presa di consapevolezza, anche perché purtroppo c’è pochissima informazione al riguardo, in Italia le leggi che tutelano le persone transgender sono poche e inadeguate. È un percorso molto difficile: si può fare ma c’è tanto da lavorare. Le premesse non sono certo incoraggianti, visto che quello che ha dato fastidio del ddl Zan è stato proprio il punto sull’identità di genere: come se un giorno una persona si svegliasse e dicesse: da oggi sono... È una cosa con cui nasci, non la decidi tu, non è una scelta: io sono nato che ero già Federico. Non ho deciso io di nascere in un corpo che non era conforme alla mia identità di genere. Però ho deciso io di prendere in mano la mia vita e cambiare le cose. Grazie di essere qui perché è bello non sentirsi soli, ma sentire che ci siamo e siamo in tanti e che ognuno di noi può fare un piccolo passo per creare una grande comunità».

«Creeremo un collettivo che si occupi dei diritti di tutti»

«Creeremo un collettivo, per questo stiamo raccogliendo nominativi e indirizzi email - ha spiegato Giulia Turri - Vogliamo coinvolgere quante più persone possibile che vogliano mettere in gioco le loro idee e partecipare attivamente e con fatti concreti. Siamo stanchi di questi politici che parlano, parlano parlano ma non fanno niente, anzi applaudono quando si abbattono i diritti dei più fragili: questa è una vergogna che dobbiamo combattere. Questa è una prima riunione per connettere le persone sensibili a questo tema, a difendere le fragilità e a rendere questo mondo un mondo più giusto, libero e sicuro per tutti».
Presente anche la sezione cittadina dell’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare, con tanto di bandiera: «Noi siamo qui perché i diritti sono diritti di tutti - ha spiegato il presidente Luciano Lo Bianco - Ciascuno è ciò che si sente di essere e nient’altro. Il ddl Zan garantisce anche i diritti dei disabili. È chiaro: è modificabile, non è perfetto, però è una base importante dalla quale partire. A Legnano manca un collettivo che si occupi dei diritti di tutti, al di là delle bandiere: vogliamo costituirlo, incontrarci nuovamente e iniziare a vedere che cosa è possibile fare nel nostro territorio».

In marcia anche il sindaco e altri esponenti di Palazzo Malinverni

Non è mancata inoltre l’Amministrazione comunale: al corteo si sono uniti infatti il sindaco Lorenzo Radice, l’assessore alla Quotidianità Monica Berna Nasca e il consigliere comunale di maggioranza Giacomo Pigni.

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