Sanità

Dal dolore alla speranza: due donazioni a cuore fermo all'Ospedale di Legnano

Due pazienti deceduti per un arresto cardiaco improvviso e refrattario a qualsiasi terapia hanno scelto di donare i propri organi e tessuti. E' stato possibile esaudire la loro volontà grazie a un percorso di assistenza molto complesso, attualmente unico in Lombardia.

Dal dolore alla speranza: due donazioni a cuore fermo all'Ospedale di Legnano
Pubblicato:
Aggiornato:

Due donazioni speciali all'Ospedale Nuovo di Legnano.

Due donazioni di organi e tessuti da pazienti deceduti per arresto cardiaco

Sono quelle di organi e tessuti donati da pazienti deceduti per un arresto cardiaco improvviso e refrattario a qualsiasi terapia. A raccontarle, spiegando come sia stato possibile esaudire la loro volontà grazie a un percorso di assistenza molto complesso, che attualmente non è attivo in nessun altro ospedale della Lombardia, sono il professor Giovanni Mistraletti, primario di Anestesia e Rianimazione, Paola Fassini, rianimatrice e coordinatrice locale prelievi, e Gabriella Lanzillotti, infermiera case-manager donazioni aziendale.

"L’arresto cardiaco è un evento improvviso e drammatico, che in Italia determina circa 50mila decessi ogni anno. Negli ultimi tempi sono state sviluppate nuove strategie per migliorare la sopravvivenza delle persone colpite da questa malattia imprevedibile. Oltre al massaggio cardiaco e alla defibrillazione elettrica, quando il cuore non si riprende subito, si può trasportare una adeguata quantità di ossigeno a tutti gli organi del corpo attraverso la cosiddetta 'rianimazione extracorporea' (Extracorporeal cardio pulmonary resuscitation, E-CPR), ovvero la possibilità di proseguire le manovre rianimatorie in associazione a tecniche di circolazione extracorporea tipiche della cardiochirurgia".

L'arresto cardiaco "refrattario" alle manovre e l'importanza della E-CPR

I fattori più importanti che permettono la ripresa del cuore - prosegue il direttore di Anestesia e Rianimazione del nosocomio cittadino - sono l’allertamento tempestivo dei soccorsi (chiamando il 112) e l’inizio immediato del massaggio cardiaco esterno, divenuto famoso al grande pubblico grazie a varie serie televisive. Il massaggio cardiaco, oggi, è insegnato in tutte le scuole, in modo che chiunque sia capace di farlo anche prima dell’arrivo dei soccorsi.

"Nel caso dell’arresto cardiaco 'refrattario' alle manovre rianimatorie standard, la condizione clinica è talmente grave che fino a pochi anni fa moriva il 100% dei pazienti che ne erano affetti. A oggi, la E-CPR applicata al meglio permette di riprendersi circa nel 20% dei casi. Ciò significa che su dieci persone affette da arresto cardiaco, purtroppo ne muoiono otto".

Una scelta che trasforma un dolore improvviso in un'occasione di speranza

Ma c'è una scelta che permette di trasformare un dolore improvviso in un'occasione di speranza, spiegano ancora Mistraletti, Fassini e Lanzillotti:

"Quando la rianimazione standard e la rianimazione extracorporea non sono efficaci, rimane comunque una possibilità per trasformare un grande dolore in una occasione di speranza. È infatti possibile per i pazienti colpiti da arresto cardiaco, qualora non vi sia più nulla da fare per loro, aiutare il prossimo mediante un percorso di donazione degli organi 'a cuore fermo' (donazione da morte accertata con criteri cardiaci, in inglese 'Donation after Cardiac Death', DCD), così chiamato per differenziarlo dalla morte accertata con criteri neurologici (in inglese 'Donation after brain death', DBD)".

Un tipo di donazione rara e difficile, per il quale Legnano si è attrezzato ad hoc

Si tratta di un tipo di donazione estremamente rara e difficile, perché implica che il consenso alla donazione sia raccolto in tempi brevissimi, e sia disponibile una struttura organizzativa ospedaliera estremamente complessa. "Dal 2020, a causa della pandemia, nessun ospedale della Lombardia era più riuscito a effettuare questo genere di donazione" sottolineano Mistraletti, Fassini e Lanzillotti.

"Nei primi mesi del 2023, grazie all’introduzione di una nuova procedura operativa condivisa, è stato possibile effettuare due donazioni a cuore fermo. È stato infatti il caso di due pazienti giunti all’Ospedale di Legnano a gennaio e a febbraio. Entrambi sono stati portati presso il Pronto soccorso in seguito a un arresto cardiaco refrattario avvenuto sul luogo di lavoro. Purtroppo, nessuno dei colleghi era presente ad assisterli immediatamente, quindi le manovre di rianimazione sono iniziate solo quando qualcuno si è reso conto dell’accaduto. All’arrivo dell’automedica sono state praticate tutte le manovre rianimatorie, come il massaggio cardiaco, la defibrillazione e la ventilazione polmonare. Una volta giunti in Pronto soccorso, mentre le manovre di rianimazione venivano proseguite nel tentativo di far riprendere il loro cuore, i parenti venivano informati dall’équipe della Rianimazione dell’accaduto. Con il passare del tempo, le manovre rianimatorie standard non si sono dimostrate efficaci: non c’era più nulla da fare per loro".

Un risultato reso possibile da competenze cliniche, organizzative e relazionali

Pur non avendo espresso ufficialmente in vita la loro "volontà donativa", cosa che si può fare attraverso una dichiarazione in Comune o all’Aido, tramite la propria carta di identità elettronica o tramite le disposizioni anticipate di trattamento (Dat), grazie a un ascolto attento e a una piena collaborazione con la famiglia, è emersa una posizione chiaramente favorevole alla donazione degli organi.

"Questi due malati sono stati quindi valutati per il percorso donativo a cuore fermo e sono stati considerati idonei, anche considerando il loro buono stato di salute prima dell’evento. Dal colloquio aperto e chiaro avvenuto con i loro familiari è emersa la loro volontà di aiutare gli altri - uno di loro era un donatore di sangue - e sono quindi stati avviati al percorso donativo che ha permesso il prelievo del fegato e dei reni, oltre che dei tessuti come le valvole cardiache, alcune parti delle ossa, le cornee e la cute. Questo percorso è stato possibile non solo grazie alla generosità di due persone e alla scelta altruistica e disinteressata dei familiari - una scelta indubbiamente difficile da prendere, in un momento di estrema sofferenza e incredulità per l’accaduto - ma anche grazie all’eccellente lavoro di équipe, in cui sono state dimostrate competenze cliniche, organizzative e relazionali di altissimo livello. Ciò ha permesso di rispettare le volontà dei due malati e dei loro cari, donando speranza e una nuova possibilità di vita ad altri ammalati gravi e alle loro famiglie".

Una procedura condivisa che coinvolge rianimatori e cardiochirurghi

Il percorso di donazione in seguito ad arresto cardiaco refrattario è ben diverso e più complesso del normale percorso di donazione degli organi dopo "morte cerebrale".

"Sono infatti necessarie competenze di circolazione extracorporea normotermica regionale, presenti all’interno dello staff di anestesia e rianimazione dell’Ospedale Nuovo di Legnano, e anche di una grande collaborazione con i cardiochirurghi. Nell’ottica di donare una nuova vita a pazienti in attesa di trapianto, nel nostro ospedale è stata redatta e approvata una procedura condivisa, volta a guidare le decisioni dei medici nell’intraprendere il percorso di rianimazione o, qualora le possibilità di ripresa siano definitivamente azzerate, di donazione degli organi. I pazienti che non si riprendono grazie all’E-CPR vengono quindi valutati per la possibilità di effettuare una donazione a cuore fermo, nel rispetto dei criteri di idoneità alla donazione di organi e tessuti.

Due storie tragiche ma piene di una generosità ispirante

"Nelle storie tragiche di queste due persone è presente anche una generosità ispirante: nonostante l’immenso dolore dovuto alla morte improvvisa di un proprio caro, i familiari hanno potuto trovare un’occasione di consolazione nel sapere che grazie al loro altruismo, ci saranno altri pazienti, afflitti da malattie estremamente gravi, che potranno avere una nuova prospettiva di vita".

Seguici sui nostri canali