VIAGGIO SOLIDALE

Da Parabiago alle Filippine in bici: 20mila chilometri per raccogliere 20mila euro

Alessio Chiodero è partito alla volta del Paese asiatico per raggiungere la sua dolce metà e riuscire così a finanziare una casa-famiglia per bambine orfane

Da Parabiago alle Filippine in bici: 20mila chilometri per raccogliere 20mila euro
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Una meta per due: Calabnugan è un distretto della municipalità di Sibulan, nell’arcipelago Visayas che forma la parte centrale delle Filippine. È anche sede della ong Isla ng Bata (in tagalog, la lingua ufficiale del posto, significa «isola dei bambini») presso cui Carla Pezzano, la prima metà della coppia, prenderà servizio a settembre. Alessio Chiodero, suo compagno nella vita e in quest’impresa, ha deciso di raggiungerla con un mezzo inusuale per la quantità di chilometri da precorrere: la bicicletta. Oltre ad avere una destinazione geografica i due si sono posti l’obiettivo comune di raccogliere 20.000 euro da donare all’ong di Calabnugan. L’idea è che i 20mila euro colmino metaforicamente la distanza che li separa e permettere ad Alessio di pedalare giorno dopo giorno per arrivare da Carla: un euro equivale a un chilometro percorso.

Presentatevi e raccontateci un po’ di voi.

Alessio: «Ho 29 anni, sono laureato in statistica a Padova, dopo aver lavorato sette anni nell’azienda calzaturiera di famiglia mi sono sentito un po’ stretto. Ho sempre voluto viaggiare, ma le vacanze non sono mai abbastanza e dopo il primo viaggio senza data di ritorno mi sono innamorato della sensazione di libertà».
Carla: «Ho 26 anni e mi sono appena laureata in Lingue e cultura italiana per stranieri. Fin da giovanissima ho avuto passione per i viaggi di volontariato e sono attiva in varie associazioni locali di Cuneo, dove vivo e a Bologna, dove ho studiato».
Com’è venuta l’idea del viaggio?
A: «Da tempo desideravo percorrere la Via della seta. La pandemia ha rallentato tutto, ma quando Carla ha avuto l’offerta dalle Filippine mi sono convinto. Lei mi seguirà per una quindicina di giorni, prima di partire per Calabnugan. Da quanto tempo vi conoscete?
A&C: «Quattro anni e un mese».
Cosa vi mancherà durante i mesi di lontananza? Cosa vi mancherà di casa?
A: «Di Carla mi mancherà il sorriso e la positività, la semplicità che ha nell’affrontare la vita. Di casa forse le comodità».
C: «La presenza fisica, non poterci vedere e passare del tempo insieme. Mi preoccupa un po’ il fatto di non poter condividere le esperienze che faremo, che saranno totalmente diverse. Di casa mi mancherà la famiglia e gli amici e passare tempo con loro, ma sono abituata a partire senza farmi troppi problemi».

State avendo una discreta copertura mediatica e avete già un buon seguito. Quali messaggi vi piacerebbe trasmettere alle persone che seguiranno il vostro viaggio?
C&A: «Vorremmo che passasse il messaggio che è possibile seguire le proprie passioni e i propri interessi, senza farsi ostacolare dalle difficoltà e da quanto sembrino lontani o irraggiungibili. Bisogna crederci».
Avete l’appoggio della famiglia e delle persone vicine?

C: «Sì. I nostri genitori appoggiano le nostre scelte, nonostante le preoccupazioni».

Cosa ha spinto Carla a fare servizio civile e perché all’estero?
C: «La voglia di mettermi in gioco ed essere una cittadina del mondo in maniera attiva».

Come hai scelto le Filippine?
C: «Ho scelto le Filippine perché mi piaceva il progetto di questa Ong e perché non sono mai stata in Oriente».

Come ti sei preparata per il lavoro che andrai a fare? C: «Non sono molto pronta, a parte le cose burocratiche non ho fatto nulla. Mi sto informando sull’attualità delle Filippine leggendo articoli e voglio comprare una guida prima di partire per conoscere un po’ i luoghi e la storia. Voglio però lasciarmi sorprendere».

Parlaci di Isla ng Bata, di quello che fa e di cosa farai tu.
C: «L’associazione ha aperto una casa famiglia per ragazze abbandonate o vittime di abusi. Poche settimane fa ad esempio hanno accolto una neonata abbandonata. Le bambine sono i soggetti più vulnerabili, spesso finiscono in strada e subiscono violenze. Noi faremo attività legate all’educazione, ludico-sportive e laboratori in base alle nostre competenze».
A cosa serviranno i fondi raccolti?
C: «I fondi serviranno per garantire tutti i pasti per tutte le bambine per un intero anno. Abbiamo chiesto loro qual è la necessità più urgente e la preoccupazione più grande sono i pasti».

Alessio, quali sono le tappe principali del tuo viaggio?
«Per ora le mie tappe sono dettate dai contatti che ho lungo il percorso. In Italia abbiamo fatto Bergamo e Brescia, sarò a Verona e Portogruaro, poi Tirana, Istanbul e Rasht in Iran. Qui farò una sosta più lunga a casa di amici, per riorganizzarmi e pianificare le tappe successive. Penso che andrò in Pakistan, India, Nepal, Bangladesh e da qui virerò per l’Indonesia».

Come hai studiato il percorso?

«Il progetto iniziale era quello di attraversare le ex repubbliche sovietiche e la Cina. È però complicato entrare in Turkmenistan la Cina è ancora chiusa ai turisti, da qui la scelta di seguire una strada più a Sud. Mi sono informato principalmente seguendo altre persone che hanno già seguito la stessa rotta. Mi organizzerò settimana per settimana». Dove dormirai, cosa mangerai? «Starò a casa di amici. Inoltre uso le applicazioni Warmshowers, Couchsurfing e Welcome to my Garden, che permettono di offrire un posto letto o una doccia ai viaggiatori. Ho una tenda che pianterò in mezzo alla natura, controllando che la zona sia sicura e senza arrecare disturbo. Viaggiando in questo modo poi si incontrano persone che offrono riparo sicuro. Cercherò di provare tutte le cose tipiche e mi rifornirò nei mercati. Devo tenere d’occhio il budget e cercherò di spendere il meno possibile e solo per il cibo, perché meno si spende e più si viaggia».

Qual è stata la preparazione?

«Nessuna. Sono un ragazzo sportivo e la preparazione la farò lungo il viaggio. Non ho l’obbligo della prestazione e mi regolerò in base alle sensazioni del corpo. In questi giorni sono con Carla, che ha meno chilometri nelle gambe, quindi per me è già una fase di preparazione. Mentalmente non ero pronto per partire e penso che non lo sarei mai stato, ma bisogna buttarsi senza pensarci troppo. In due giorni ho già preso fiducia. Un grande aiuto mi viene dalle persone che ho attorno, dai messaggi di incoraggiamento e dai donatori che hanno già iniziato».

Avete mai fatto viaggi di questo tipo prima d’ora?
A: «Io sì, ma in Europa. Da Siviglia a Milano passando per il Portogallo 4000 chilometri. Poi Corsica, i Balcani da Trieste al Montenegro. Per Carla è la prima volta».
Carla ti sei allenata?
C: «No, no, per carità!
A: «Non è una ragazza atletica, ma è molto determinata».

Com’è la bicicletta? Quali sono le attrezzature indispensabili per affrontare un viaggio del genere?
A: «La mia bicicletta l’ho costruita io con l’aiuto di Ricky Bici di Canegrate. Il telaio è Bottecchia, anni ’90, 30 euro, preso in un negozio di seconda mano. È un po’ pesante, dovrei cercare di alleggerirmi. La bici di Carla è quella di suo padre, una Gravel molto leggera e performante, telaio Merida. Tenda fornello e accessori da campeggio. Il Gps per chiamare soccorsi in caso di emergenza. Acqua e cibo per mantenersi in salute. Gli attrezzi per riparare la bici sono poi fondamentali. Gli altri superflui».
Cosa ti piacerebbe trovare e cosa ti piacerebbe lasciare lungo il tuo cammino?
A: «Mi piacerebbe trovare amicizie da approfondire nel tempo e poter ricambiare l’ospitalità in futuro. L’amicizia è reciproca, si semina e se trova terreno fertile cresce. Mi piacerebbe lasciare questo a chi incontro».

Hai mai pensato di non farcela? Hai altre paure?
A: «Tutti i giorni, se penso alla destinazione finale. Per farmi coraggio mi concentro sulla tappa del giorno. Non ho paure, se non appunto di perdere la fiducia in me stesso».

Come si può donare? E come possiamo seguirvi?

«Il titolo della nostra avventura è Isla Chica. Per ora potete seguirci su Instagram (@islachicabike). Per donare: https://www.gofundme.com/f/isla-chica-lets-ride-together».

Parabiago in bici fino alle Filippine per solidarietà Alessio Chiodero
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Parabiago in bici fino alle Filippine per solidarietà Alessio Chiodero
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Parabiago in bici fino alle Filippine per solidarietà Alessio Chiodero
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