CANEGRATE

Cittadinanza onoraria a Nicola Gratteri: "Simbolo della lotta alla mafia"

Il riconoscimento al noto Procuratore durante l'incontro con i ragazzi delle scuole medie

Cittadinanza onoraria a Nicola Gratteri: "Simbolo della lotta alla mafia"
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Nicola Gratteri, procuratore Procuratore della Repubblica del Tribunale di Catanzaro, ospite a Canegrate dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria.

Nicola Gratteri premiato a Canegrate

E' stato ospite nell'aula magna delle scuole medie di Canegrate: arrivato con gli uomini della sua scorta, quella con la quale vive da oltre 30 anni. Lui è Nicola Gratteri, volto noto nella lotta contro la criminalità organizzata: oggi Procuratore della Repubblica del Tribunale di Catanzaro, ha al suo attivo tantissime inchieste contro soprattutto la 'Nndrangheta famose quelle contro l'alleanza tra i calabresi e Cosa nostra, contro i cartelli della droga messicani e colombiani, contro le ramificazioni in Lombardia, contro il traffico di droga tra Calabria e le Americhe e molto altro. Nella mattinata di oggi, lunedì 15 maggio 2023, è arrivato in paese per incontrare studenti e istituzioni in un momento organizzato dal Tavolo antimafie. Presenti diversi sindaci dell'Altomilanese che hanno affiancato il primo cittadino canegratese Matteo Modica nella consegna della benemerenza cittadina: "Nell'ultimo Consiglio comunale abbiamo approvato all'unanimità di concedere questo riconoscimento - ha dichiarato Modica - Come figura di grande rilievo nella lotta alla 'Nndragheta e a tutte le forme di criminalità organizzata e che, grazie alla sua significativa attività, è diventato nel Paese un simbolo della lotta delle istituzioni contro le organizzazioni mafiose, a testimonianza della gratitudine della cittadinanza di Canegrate e per il prezioso contributo alla legalità e la dedizione della sua intera vita, conferiamo la cittadinanza onoraria con stima, affetto e orgoglio di averlo tra i cittadini più illustri".

L'appello ai ragazzi: "No alle droghe e ai bulli"

I ragazzi hanno fatto domande a Gratteri, che ha risposto con esempi vissuti durante la sua carriera. "Vi consiglio di fare sempre bene il vostro lavoro, di impegnarvi al massimo, così se si rischia lo si fa per un fine nobile" il consiglio dato ai giovani. Legalizzazione delle droghe leggere? "Sono contrario - ha risposto il Procuratore - Marijuana e hashish non sono droghe leggere. La marijuana che viene consumata oggi non è quella che c'era ai tempi dei 'figli dei fiori' degli anni '60: quella di oggi ha un Thc, ossia il principio attivo, molto forte. Anche dal punto di vista scientifico, quindi, non si può quindi parlare di droghe leggere e droghe pesanti. Se si legalizzasse si allontanerebbero i giovani dalla criminalità organizzata? Non è così: la marijuana viene usata già alle scuole medie e nei licei, i ragazzi la comprano dalla strada, dalla criminalità organizzata. Se si legalizzassero le Forze dell'ordine sarebbero più libere e impegnate altrove? Non è così, chi vende hashish e marijuana vende anche altro, ossia anche cocaina, ecstasy e droghe sintetiche. E poi c'è la questione della salute: marijuana e hashish danneggiano anche il cervello, causando problemi alla memoria e alla mente". Alla domanda "se rifarebbe tutto quello che ha fatto, vivendo da anni sotto scorta", Gratteri ha risposto: "Sì e lo farei ancora di più. Questo lavoro è bellissimo, mi permette di operare senza nessuno sopra la mia testa. Ogni cosa ha un suo prezzo. Ricordatevi che niente è gratis: chi vi dà cose gratis è perchè poi vi chiederà tre volte tanto". E il Procuratore ha ricordato come è nata la scelta di diventare magistrato: "Da piccolo per andare a scuola facevo l'autostop, la scuola distava 9 chilometri - ha spiegati Gratteri ai ragazzi - Nel tragitto vedevo morti ammazzati. A scuola i figli degli 'ndranghetisti facevano i bulli. Quei comportamenti mi hanno subito dato fastidio e ha deciso di impegnarmi per contrastarli. Un ruolo importante lo riveste la famiglia: la mia è stata onesta. Con i genitori che mi hanno sempre seguito, interessandosi a quello che facevo. Mi chiedevano come mi ero comportato a scuola, se per caso avevo risposto male alla maestra o altro. E questo è importante: la famiglia deve dare l'esempio, essere coerente e interessata e questo vale molto più di mille prediche. E dare sempre del Lei ai vostri insegnanti: è giusto mantenere il distacco, è giusto che ci sia 'la cattedra'". Insomma, una vera e propria lezione quella di Gratteri, che ha toccato l'attualità del mondo della scuola: "E' giusto partire da voi ragazzi - ha ricordato Federica Marcucci del Tavolo antimafia - Il bullismo è l'A B C della mafia, iniziamo a cambiare anche i nostri comportamenti".

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