Riciclaggio internazionale, arrestati 13 stranieri dopo il controllo anti-terrorismo

Tutto è partito da un sequestro a Linate, su un libico trovato in possesso di materiale di stampo islamista radicale. E di 297mila euro in contanti.

Riciclaggio internazionale, arrestati 13 stranieri dopo il controllo anti-terrorismo
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Riciclaggio e transazioni di denaro illecito: tredici arresti in Lombardia. Tutto è partito da un sequestro a Linate, su uno straniero che viaggiava con video e foto di stampo islamista radicale e 297mila euro addosso.

Tredici arresti

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Milano ha arrestato stamattina tredici cittadini stranieri su ordine del Gip Teresa De Pascal.  Secondo i finanzieri, facevano parte di una associazione per delinquere, organizzata su due gruppi tra loro collegati (chiamati network Sadig e network Haj Ibrahim), che forniva un servizio di trasferimento di denaro illecito a carattere transnazionale. Sono cinque siriani, sei egiziani e due marocchini.

Profitti per quattro milioni di euro

Diverse le perquisizioni eseguite stamani in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio e in Ungheria, nel corso delle quali è stato sequestrato denaro contante per circa un milione di euro (in euro, dollari e altre valute straniere). I sequestri sono stati imponenti: tra denaro e beni, raggiungono il valore di circa quattro milioni, pari al profitto stimato dalle operazioni di riciclaggio.

La banda movimentava proventi illeciti dal traffico di sostanze stupefacenti, delitti in materia di immigrazione clandestina, e gestivano anche servizi di pagamento, attraverso il sistema cosidetto Hawala.

Viaggiava con materiale islamista e 297mila euro addosso

Le indagini sono partite due anni fa, da un controllo eseguito nel maggio del 2015 all’aeroporto di Linate. Nei guai era finito un cittadino libico che aveva dichiarato alla dogana di avere con sé 297mila euro in contanti. Dagli approfondimenti si era appurato anche che l’uomo aveva con sé foto, video e  email dal chiaro contenuto religioso islamista anche di tipo radicale. Identiche dichiarazioni doganali erano state effettuate dal libico nei due anni precedenti in Germania, Francia, Olanda e in Italia, per un totale di circa 50 milioni di euro.

Il sistema Hawala

Le indagini hanno consentito di appurare che l’uomo era in contatto con la complessa e articolata associazione per delinquere, che aveva base a Milano e nel suo hinterland ma sedi anche all’estero (Marocco, Egitto, Libia e Ungheria). Tramite il sistema hawala, raccoglievano ingenti risorse di denaro di origine illecita e li facevano sparire e ricomparire all’estero. Ma come?

Broker e corrieri

I broker di Hawala presenti sul territorio nazionale ricevevano da narcotrafficanti e altri “imprenditori” del mercato illegale le somme da trasferire e consegnavano un codice da inviare alle controparti estere che avrebbero ritirato i fondi dagli omologhi mediatori finanziari presenti all’estero. L’associazione spostava quindi ingenti quantitativi di denaro tra i vari Stati interessati dalle transazioni finanziarie avvalendosi di cash courier.

I nomi dei tredici arrestati

I tredici arrestati sono Ahmed Hamdy Dawood Mohamed, nato in Egitto il 9 ottobre 1953, Alshakka Mehsen (Abu Firas), nato in Siria il 17 novembre 1973, Bazkka Salmo (Abou Mahmoud), nato in Siria il 1° luglio 1965, Bazkka Alaa, nato in Siria il 25 gennaio 1991, Bazkka Mohamad, nato in Siria il 1° gennaio 1996, El Shazly Soliman (Yasser), nato in Egitto il 17 febbraio 1985, El Shazly Ibrahim, nato in Egitto il 1° aprile 1986, El Ghoram Mohamed Anwar Abdelaziz, nato in Egitto il 1° luglio 1977; Hakim Ahmed, nato in Marocco il 1° gennaio 1966; Haidara Rabi, nato in Marocco il 29 giugno 1978; Ibrahim Ahmed Ahmed Mahmoud (Haj Ibrahim), nato in Egitto il 17 dicembre 1970; Ibrahim Mettwli Magdi Ahmed, nato in Egitto il 4 marzo 1957 e Trad Maroa (Marwa), nata in Siria il 9 luglio 1985.

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