Gorla Minore in festa per Ignazia Ledda: 100 anni e due vite

Prima di emigrare al Nord ha vissuto 49 anni in Sardegna, a Teulada. Fiori, uncinetto e tanta devozione

Gorla Minore in festa per Ignazia Ledda: 100 anni e due vite
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Gorla Minore in festa per Ignazia Ledda: 100 anni e due vite

Centanni, vita

Due vita in una

Due vite in una. Ignazia Ledda ha sorriso ai suoi 100 anni domenica, omaggiata dal sindaco Vittorio Landoni e dal parroco don Giuseppe Lazzati, accolti nella sua casa in festa. Raccontando la sua storia di donna che – a pochi giorni dall’8 marzo – diventa solare esempio di tenacia, serenità e capacità di abitare il luogo in cui è posti senza mai perdere il legame con le origini, la fiducia nel domani e l’attaccamento ai valori, dalla fede alla famiglia. Lucida e presente, ancora attiva e loquace, parla con tutti, risponde al telefono e intrattiene gli ospiti: una donna forte e sana, piena di devozione. «Ringrazia ogni giorno il Signore per il dono della salute», riferisce la figlia Antonietta.

Attaccamento alle radici ma sguardo al futuro

Nata il 3 marzo 1919 a Teulada, poco distante da Cagliari, là dove la sua amata Sardegna si affaccia nel punto più a Sud: il legame forte con la terra e il popolo che la abita e lo sguardo fiero verso acque meravigliose. E’ lì che Ignazia Ledda ha vissuto per 49 anni, sposandosi nel 1940 con il marito Salvatore, visto partire soli tre giorni dopo le nozze chiamato alle armi per la guerra. Ed è lì che ha cresciuto i suoi cinque figli, ai quali ha saputo trasmettere l’attaccamento alle radici sarde ma anche insegnare l’importanza di imparare bene l’Italiano per un futuro che poi, per tutti, è stato lontano dall’isola delle origini. Ad aprire la via alla migrazione fu il marito Salvatore: tornato dagli anni sul fronte africano, per un periodo lavorò in Sardegna, dove però negli anni Sessanta guadagnarsi il pane diventava difficile.

Il marito aprì la strada per trovare lavoro

E allora nel 1962 la scelta di partire per il Nord in cerca di fortuna e di un futuro, trovando lavoro come muratore a Gorla Minore. Con lui anche il figlio maggiore Paolo, 18enne. Dopo una parentesi di alcuni anni in Germania, dove non volle chiamare con sé la famiglia in un mondo che sentiva troppo distante dal suo, ecco il definitivo ritorno in valle Olona, dove nel frattempo era arrivata anche la figlia Maria. E dove nel ‘68 Ignazia con gli altri tre figli, Pietro, Angelo e Antonietta lo ha raggiunto. A Gorla Minore – cambiando nel tempo varie case – ha così vissuto l’altra metà della sua lunga vita.

L'ultimo viaggio in Sardegna 5 anni fa: "Era felicissima"

Donna benvoluta da tutti, socievole, con grande capacità di adattamento e l’immutato saldo legame interiore con la Sardegna: in casa parla il dialetto della sua terra e per molto tempo ogni anno ha fatto ritorno a Teulada con il marito, per riabbracciare amici e parenti. Fino al 2000. Poi l’età ha reso i viaggi più complicati, ma l’ultimo ritorno le è stato regalato cinque anni fa: «Era felicissima», ricorda la figlia che l’ha accompagnata. Ignazia Ledda parla benissimo anche l’Italiano – «ci ha seguiti lei nei compiti fin da piccoli» – e ha mantenuto fino all’età più avanzata la sua arte – i lavori all’uncinetto – e la sua passione – la cura dei fiori. «Tutti abbiamo in casa centrini e opere fatte da lei con il punto a filet».

Colazione, pranzo e poi stop pasti

I suoi segreti della longevità sono due: alimentazione sana e misurata e grande fiducia in Dio, negli altri e nel domani. «E’ stata sempre attenta a mangiare in modo semplice, sano e senza esagerazioni. Da almeno 30 anni fa solo colazione e pranzo, niente cena». E poi la fede: «Ha una grande devozione, prega tutti i giorni, segue la messa alla radio della Parrocchia e in tv ed è contenta di vedere il parroco, che spesso la viene a trovare». E a tutti coloro che varcano la soglia della sua casa arriva il suo saluto in stretto dialetto sardo, che tradotto è una benedizione: «Dio ti ripaghi dei passi che fai per venire a trovarmi».

 

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