Giovani e lavoro, l'indagine del Centro Studi Kennedy nelle scuole del territorio
Ottimo riscontro al Bramante di Magenta e all'Alessandrini di Vittuone per l’indagine sui pensieri delle nuove generazioni

Come possiamo raccontare alle nuove generazioni il mondo del lavoro, ma soprattutto cosa queste ultime possono dire a noi. È questo il fulcro dell’iniziativa promossa dal Centro Studi Kennedy di Magenta e denominata «Giovani e lavoro nell’Est Ticino», che ha visto protagonisti gli istituti superiori del territorio. Un’indagine che punta a restituire una fotografia quanto più esaustiva possibile di come i ragazzi di quarta e quinta vedono il proprio percorso al termine della scuola.
Giovani e lavoro, l'indagine del Centro Studi Kennedy
A spiegare nel dettaglio i contenuti dell’iniziativa è stato il presidente del centro studi Massimo Ceruti:
«Abbiamo predisposto un questionario che abbiamo diffuso in diverse scuole del territorio. Hanno risposto 2.500 ragazzi e dalle risposte abbiamo poi elaborato una presentazione che stiamo presentato agli studenti nei vari incontri che stiamo portando avanti nelle scuole».
Tre le visite organizzate, due svoltesi questa settimana al liceo Bramante di Magenta e all’Alessandrini-Mainardi di Vittuone e un ultimo previsto per maggio all’Alessandrini di Abbiategrasso.
«Durante questi incontri noi andiamo a presentare quelli che sono i risultati del questionario discutendo poi con i ragazzi di orientamento lavorativo e di competenze trasversali, le cosiddette soft skills, di cui questi ragazzi poi avranno bisogno quando entreranno nel mondo del lavoro».

L’iniziativa, svolta in collaborazione con il docente dell’Università Cattolica di Milano Stefano Gheno, è stata modulata in fase di presentazione dei risultati a seconda degli istituti. Al Bramante ad esempio è stata preponderante la parte relativa alle domande fatte direttamente dai ragazzi, mentre all’Alessandrini di Vittuone sono intervenuti quattro ex studenti che hanno parlato della loro esperienza universitaria o lavorativa:
«C’è stato un grande interesse da parte degli studenti e delle Amministrazioni comunali. Addirittura il Bramante ci ha chiesto di ripetere l’esperienza».
Il quadro finora emerso dai questionari evidenzia un notevole mutamento nella percezione del lavoro per i più giovani; non più totalizzante ma che sappia conciliare i doveri con la sfera privata di ognuno:
«Alla fine la risposta al “che cosa vuoi dal mondo del lavoro” è “guadagnare tanto” e l’altra cosa emersa, ed è un dato significativo, è il discorso della flessibilità lavorativa. I ragazzi non sono disposti a rinunciare al loro tempo libero, che è l’aspetto che sta scompaginando le nostre aziende, abituate alle generazioni precedenti che invece non avevano queste richieste».