Maxievasione da 5 milioni di euro: magentino nei guai
Alessandro Lubian, 43 anni accusato di essere il prestanome.

Era seduto al volante della sua Bmw 520 quando lo hanno fermato e gli hanno notificato che quell’auto veniva posta sotto sequestro, insieme alla casa, al conto in banca e tanta altra roba. Proprio perché si era scoperto che la vettura da 35 mila euro che stava guidando era nella sua disponibilità e non era della moglie, come aveva fatto credere. Moglie alla quale erano intestati anche tutti i beni e dalla quale risultava formalmente separato, anche se in realtà continuava a vivere con lei. Insomma, la Guardia di Finanza di Sarnico ha impiegato un po’ a dipanare una ragnatela creata da un imprenditore edile, prima di denunciare lui e altri due persone - tra cui un magentino - alle quali aveva intestato la propria azienda.
Magentino nei guai
Alessandro Colosio, 49 anni, geometra di Sarnico abitante a Villongo, è, secondo i finanzieri, il responsabile di un’evasione fiscale da 5 milioni di euro ed è stato denunciato per omesse dichiarazioni, indebite compensazioni e distruzione della contabilità. Per gli stessi reati sono stati denunciati anche Simone Foresti, 39 anni, di Sarnico e Alessandro Lubian, 43 anni, di Magenta (Milano), accusati di essere i prestanome che in diversi periodi sono risultati gli ufficiali titolari della Antema srl, impresa edile fondata nel 2010 con sede legale a Brescia ma con la reale sede operativa a Castelli Calepio.
L'azienda
Un’impresa grossa, che lavorava molto anche in periodo di crisi dell’edilizia: quando i finanzieri hanno cominciato a guardarla da vicino, cinque anni fa, dava lavoro a 141 operai. I cantieri erano sparsi ovunque in Lombardia, tra le province di Brescia, Mantova, Milano e Brianza, ma anche in Piemonte ed Emilia. Questo nonostante il fatto che l’azienda non possedesse alcun macchinario ed era solo, nella definizione degli inquirenti, «un contenitore di dipendenti». Ma riusciva ad ottenere tante commesse perché praticava quelli che vengono descritti dai finanzieri come «prezzi fuori mercato». Tariffe basse che la Antema poteva permettersi perché, secondo le accuse, non versava le imposte dirette, né l’Iva, e neppure contributi previdenziali e assistenziali per i dipendenti, con il meccanismo delle compensazioni mediante l’utilizzo di crediti inesistenti.
Operazione antievasione
L’indagine dei finanzieri di Sarnico coordinata dal pm Davide Palmieri nell’ambito della ricerca di evasori nel settore edile, si è scontrata all’inizio con la «totale assenza di contabilità aziendale» dell’Antema. Ma grazie a una serie di accertamenti bancari, di perquisizioni e poi di colloqui con professionisti, clienti, fornitori e dipendenti della società, i finanzieri sono riusciti a ricostruire il volume d’affari e i redditi non dichiarati dalla società, ufficialmente amministrata da Foresti e Lubian ma gestita di fatto da Colosio. Il quale peraltro non risultava essere proprietario di case e nemmeno di auto: era tutto intestato alla moglie dalla quale si era separato. Il geometra risultava infatti essersi trasferito nella casa dei genitori, sempre a Villongo. Ma gli appostamenti dei finanzieri hanno accertato che nella residenza ufficiale Colosio non c’era mai e che invece i coniugi continuavano a vivere insieme, uscire a cena, fare viaggi e accompagnare la figlia a scuola. Infine il gip Bianca Maria Bianchi ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per un valore complessivo di 1.536.122 euro, tra i 70 mila euro in contanti, la villa, diverse automobili, motociclette e quote societarie.
Finora non è stato possibile contattare l’avvocato Emanuela Varinelli, legale di Colosio, per conoscere la versione dei fatti dell’indagato.