Violenza di genere

Il gruppo «Teatro delle donne» di Corbetta in scena alla Fabbrica del vapore di Milano

«Crediamo che accendere una luce su cultura e pregiudizi che sottendono al femminicidio sia utile. Vorremmo portare il nostro spettacolo anche nelle scuole superiori»

Il gruppo «Teatro delle donne» di Corbetta in scena alla Fabbrica del vapore di Milano
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«Chiamarlo amore non si può», uno spettacolo teatrale per raccontare la violenza sulle donne. Domenica 20 luglio alle 18 alla Fabbrica del vapore di Milano protagoniste saranno le attrici del gruppo «Teatro delle donne» di Corbetta, invitate a presentare anche lì il loro spettacolo sul tema del femminicidio nell’ambito del Festival delle lettere. L’evento, realizzato in collaborazione con Cgil Milano, si inserisce nel ciclo «Lettera a una donna» e punta i riflettori su un tema di drammatica attualità: la violenza contro le donne, dentro e fuori la famiglia.

Le storie

Lo spettacolo trae ispirazione dalle storie vere di donne che hanno subito abusi, dando voce a esperienze spesso taciute e offrendo uno spazio di riflessione e sensibilizzazione. Attraverso la forza del teatro, il gruppo di attrici porta sul palco emozioni, paure e speranze, invitando il pubblico a non restare indifferente e a riconoscere che la violenza non può mai essere chiamata amore. L’iniziativa rappresenta un importante momento di incontro tra arte e impegno sociale, con l’obiettivo di promuovere una cultura del rispetto e della consapevolezza. L'entrata è libera, ma bisogna prenotare sul sito della Fabbrica del vapore.

Il gruppo teatrale

«Il nostro gruppo nasce nel 2014, promosso da alcune tra le allora consigliere comunali di maggioranza e di opposizione del Comune di Corbetta. Non ha mai avuto un nome specifico e infatti nelle locandine veniamo identificate come “Gruppo teatrale delle donne di Corbetta”, non per mancanza di ispirazione ma per sottolineare che non siamo attrici di professione e che il gruppo è aperto alle donne che vogliano recitare con noi, portando anche brani originali scritti da loro – racconta Silvia Negretti, membro del gruppo - Anche per questo la formazione è in continuo divenire ed è cambiata molto nel corso degli anni, in cui abbiamo visto aderire con entusiasmo al nostro progetto donne anche di altri paesi, mentre alcune delle storiche promotrici non fanno più parte del gruppo, in cui comunque hanno lasciato la loro impronta, le loro idee, la loro passione».

Lo spettacolo

Lo spettacolo è strutturato come un reading, in cui ai monologhi recitati , alcuni dei quali scritti dalle attrici stesse, si alternano brani musicali eseguiti da Mari Mancuso, che esordirà con il gruppo proprio domenica, e dal maestro Marco Savoia, che è anche l’arrangiatore dei brani musicali oltre che tastierista. L’accompagnamento musicale sarà completato alla chitarra da Santo Pellegrino. A Milano alla Fabbrica del Vapore reciteranno Tiziana Ciofetti, Luigina Milanese, Marisa Stradi, Silvia Negretti, Elisabetta Mengoni, Ornella Lancini. Voce fuoricampo per alcuni brani Flavio Cislaghi.

L’argomento dei brani letti è il femminicidio: «Raccontiamo le storie di donne ammazzate da mariti, amanti, fratelli, padri, tutte uguali nell’epilogo, tutte diverse nel loro divenire in cui però la costante è la cultura patriarcale del possesso della donna e della incapacità ad accettare che possa decidere della propria vita e rifiutare il ruolo ancestrale di “ancella” della famiglia. Cerchiamo di raccontare le storie nella loro tragicità, anche con momenti di leggerezza pur senza perdere mai di vista la gravità del problema – riprende Negretti - Naturalmente non abbiamo la presunzione di trattare tutti gli innumerevoli aspetti di un fenomeno tanto complesso come quello dei femminicidi, ma alcuni punti, che ci teniamo a sottolineare, emergono in modo speriamo chiaro dalle nostre letture: la cultura patriarcale che porta ai femminicidi è trasversale, riguarda gli italiani come gli stranieri, i cristiani come i musulmani, chi si ritiene conservatore o progressista, chi ha studiato e si è laureato come chi ha fatto la scuola primaria. Non tralasciamo anche di ricordare la violenza psicologica esercitata sulle donne, che, svilite e umiliate, arrivano ad autodistruggersi.

L'impegno

Il gruppo ha rappresentato il suo spettacolo, negli ormai 11 anni di vita, con brani diversi, in location tra le più varie, sempre gratuitamente: «Ci piace ricordare ad esempio lo spettacolo fatto all’Ospedale di Legnano in occasione dell’apertura del Ps Rosa, i due spettacoli molto partecipati in occasione dell’8 marzo al Mare culturale urbano di Milano, lo spettacolo fatto all’Istituto Redaelli di Milano per ricordare una lavoratrice di questa struttura sanitaria ammazzata dall’ex proprio davanti ai cancelli, vicenda che ha ispirato uno dei brani che leggeremo – ricorda Silvia Negretti – La domanda che ci poniamo è: serve il nostro impegno? Noi crediamo che accendere una luce non sui fatti di cronaca in sé, sui quali purtroppo la curiosità morbosa a volte accende fin troppe luci, ma sulla cultura e sui pregiudizi che li sottendono sia utile e per questo andiamo avanti. Il nostro desiderio sarebbe quello di portarlo nelle scuole superiori, dove manca del tutto un programma di educazione ai sentimenti e all’affettività, proprio nel periodo della vita in cui si creano le prime relazioni. Chissà che qualche dirigente scolastico illuminato non possa vedere lo spettacolo e invitarci nella sua scuola», conclude.

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Corbetta gruppo Teatro delle donne
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