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Dairago e il caso Kattiva: il sexy shop automatico che in meno di un anno ha cambiato il volto del commercio discreto

Dairago e il caso Kattiva: il sexy shop automatico che in meno di un anno ha cambiato il volto del commercio discreto
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A Dairago, piccolo comune vicino a Legnano, c’è un’insegna che non urla e non si impone. Eppure, da quando ha fatto la sua comparsa sul territorio, ha iniziato a farsi notare. Non tanto per l’aspetto esteriore – sobrio, essenziale – quanto per ciò che rappresenta: un nuovo modo di intendere il commercio erotico. Il suo nome è Kattiva Sexy Shop automatico e, in meno di un anno, è diventata una delle realtà più curiose e discusse dell’Alto Milanese.

Il negozio ha aperto le porte – o meglio, le serrande automatiche – nel settembre del 2024. Dietro al progetto c’è Giorgio Lombardi, piccolo imprenditore digitale con una lunga esperienza nel mondo dell’erotismo online, che ha deciso di investire in un settore spesso sottovalutato o confinato ai margini della visibilità urbana.

Kattiva propone una soluzione semplice e funzionale: un punto vendita attivo 24 ore su 24, senza commessi, dove ogni cliente può entrare, scegliere, acquistare e uscire con la massima riservatezza. Il tutto in un ambiente illuminato con discrezione e curato nei dettagli, lontano da qualsiasi stereotipo legato al mondo dei sexy shop tradizionali.

A quasi un anno dall’inaugurazione, i numeri confermano la bontà della scelta: la clientela è eterogenea, il flusso è costante, e l’attività ha saputo radicarsi nel territorio senza provocazioni, ma con continuità. Una delle chiavi del successo è stata la capacità di ascoltare il contesto locale, adattandosi senza imporre nulla, e lasciando che fossero le persone a decidere il ritmo con cui avvicinarsi alla novità.

Dairago, in questo senso, si è rivelata un punto di partenza strategico: non una grande città, ma un centro attento e dinamico, dove la novità può ancora generare dibattito – positivo – e attrarre curiosità.

Non è stato un esperimento isolato né improvvisato. Il progetto ha richiesto mesi di studio, di mappatura delle esigenze del territorio e di progettazione degli spazi. Nulla è lasciato al caso, dalla selezione dei prodotti alla segnaletica esterna, pensata per garantire anonimato senza rinunciare a chiarezza ed accoglienza.

Quello che all’inizio poteva sembrare un azzardo, oggi è un riferimento. Un modello di business che non ha bisogno di clamore per funzionare, ma che funziona proprio perché rispetta le persone e il loro diritto alla discrezione.

Kattiva è oggi parte della vita quotidiana di molti, anche se non tutti lo dicono ad alta voce. Ma forse è proprio questo il segreto del suo successo: essere visibile senza essere invadente, offrire normalità dove prima c’era imbarazzo, e dimostrare che anche nelle piccole città può nascere qualcosa di nuovo, utile e sorprendentemente civile.