La battaglia del territorio

Maxi impianto fotovoltaico in area agricola. Il Consiglio comunale compatto: «Serve la Via»

Riunita martedì in seduta urgente l’assise cittadina. Varie le criticità evidenziate: «Problemi per rete idrica, clima, depauperamento dei terreni»

Maxi impianto fotovoltaico in area agricola. Il Consiglio comunale compatto: «Serve la Via»
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Il Consiglio comunale di Ossona, riunito martedì pomeriggio in seduta urgente pubblica, si è schierato compatto contro il progetto di Sorgenia Renewables Srl per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico «Ranteghetta», che si estenderebbe per 140 ettari sui territori dei Comuni di Santo Stefano Ticino, Ossona e Marcallo con Casone. Varie le motivazioni e le osservazioni tecniche che sono state presentate e poi inviate mercoledì mattina insieme a una lettera al Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, di concerto con gli altri due Comuni interessati.

I punti critici

In particolare è stata espressa dal sindaco Giovanni Venegoni e poi ribadita dall’architetto Massimo Bollini, che ha esposto la relazione tecnica, e approvata anche dalla minoranza la «assoluta esigenza di sottoporre il progetto alla procedura complessa di Valutazione di impatto ambientale, cosa che Sorgenia vorrebbe evitare». Tanti gli aspetti critici sottolineati nel corso della seduta: «Questi terreni non sono semplici aree agricole, ma molto di più, sono considerati di pregio e rientrano nel Parco del Gelso, che sarebbe depauperato e che è fondamentale per la rete ecologica di Città Metropolitana – ha affermato il primo cittadino – Si creerebbe un problema per la rete idrica, con la compromissione del sistema dei fontanili del territorio, e anche un’alterazione del campo termico, con effetto isola di calore, e dei campi elettromagnetici con impatto sul clima, sulla fauna, la flora e la salute umana».

Il parere tecnico

Bollini ha poi evidenziato che «si tratterebbe un impianto fotovoltaico a terra, rialzato per un minimo di 50 centimetri e un massimo di 2,70 metri con pannelli che ruotano seguendo il sole. Sul nostro Comune riguarda circa 50 ettari di terreni attualmente coltivati, dall’autostrada verso Magenta fino alla Citterio e fino a Marcallo dove c’è il laghetto, intervallati qua e là da alcuni terreni che rimarrebbero inutilizzati: tanti piccoli lotti recintati con filo spinato». Secondo il tecnico «questo impianto, che durerà 35 anni, toglierà aria, acqua e renderà non più coltivabile un’area agricola di pregio che mette in relazione due Plis».

La minoranza

«Questo progetto rappresenta un rischio per il nostro territorio - è intervenuto il capogruppo di Incontro Giovanni Oldani - Sottrae quasi un milione e mezzo di metri quadri di verde strategico in uno dei territori più urbanizzati d'Italia. È un progetto "piovuto dall'alto", contro ogni politica programmatoria del territorio: in Lombardia dove vige l'obbligo di ridurre il consumo di suolo e i Pgt devono considerare il territorio come una risorsa da preservare. Ne deriva un danno per le nostre comunità. Si tratta di un impianto enorme che rovinerebbe terreni fertili e altamente produttivi, curati e coltivati da secoli. Un danno all'economia agricola: sotto i pannelli non si può coltivare. – ha proseguito Oldani - Non sono neppure possibili forme di "compensazione" ambientale: aree dismesse equivalenti da recuperare non ce ne sono. Si tratta "di fatto" di una trasformazione di aree agricole strategiche in produttive, al di là di ogni tipo di programmazione a ogni livello. Garanzie per il futuro non ce ne sono: tra 30 anni nuove tecnologie renderanno obsoleti questi impianti che diventeranno rottami su terre non più coltivabili». Tra gli aspetti sottolineati da più parti anche la mancanza di chiarezza sulle opere di mitigazione di compensazione.

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Ossona impianto fotovoltaico Ranteghetta
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