La «Marcia della legalità»
Studenti, Amministratori e forze dell’ordine uniti per dire «No» alla mafia

L’immagine del giudice Rosario Livatino. E con lui Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, don Pino Puglisi, Rocco Chinnici, Peppino Impastato, Francesca Morvillo, Piersanti Mattarella, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e tutti coloro che sono stati assassinati dalle mafie. Sono le figure ricordate mercoledì mattina, 21 maggio, da studenti e insegnanti dell’istituto comprensivo «Ada Negri» di Vanzaghello e Magnago, amministratori locali, forze dell’ordine, Polizia Locale e istituzioni regionali, tutti uniti per la quarta edizione della «Marcia della legalità».
Il percorso e le testimonianze
Prima davanti alla scuola media «De Gasperi», poi lungo diverse vie del paese e, infine, al Palazzetto dello Sport. Un momento dal profondo significato per riflettere e non dimenticare quello che è stato, facendo sentire ognuno la propria voce per ribadire il «No» alle mafie. Le parole si sono mischiate con le emozioni, grazie alle testimonianze di Salvatore Insenga, cugino del giudice Livatino, e del consigliere di Regione Lombardia e vice presidente della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza ed educazione alla legalità Luca Marrelli.
L'impegno
«Siamo tutti chiamati a essere sentinelle di legalità – commenta l’assessore Doris Giugliano – Ed è quello che dobbiamo fare nella nostra quotidianità. Essere uniti, rispettare le leggi e le regole, tramandare gli insegnamenti e gli esempi che ci hanno lasciato tutti quegli uomini e quelle donne che hanno combattuto contro le mafie, l’illegalità e le ingiustizie, spesso sacrificando la propria vita».



























