il processo

Omicidio Ravasio, il marito di Adilma Trifone è capace di intendere e volere

Tuttora sposato con Carneiro (è il terzo marito, unico ancora vivo) Trifone per l'accusa aiutò la 49enne a portare a termine l'omicidio

Omicidio Ravasio, il marito di Adilma Trifone è capace di intendere e volere
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Ora il processo può entrare nel vivo. Un passo avanti per conoscere la verità sulla morte del parabiaghese Fabio Ravasio, morto travolto da un'auto mentre era in sella alla propria bicicletta tra Casorezzo e Parabiago la sera del 9 agosto 2024 e che vede alla sbarra otto persone accusate di aver partecipato al piano omicida ordito dalla compagna Adilma Pereira Carneiro.

Omicidio Ravasio a Parabiago, il marito di Adilma Trifone è capace di intendere e volere

E' quello arrivato nei giorni scorsi quando le dottoresse Laura Ghiringhelli e Maria Carla Verga, incaricate di dalla Corte di Assise del Tribunale di Busto Arsizio di effettuare la perizia psichiatrica nei confronti di uno degli imputati, il marito della cosiddetta «mantide», Marcello Trifone, hanno depositato le conclusioni sui test condotti sull'ex imprenditore magentino. Secondo quanto emerso, Trifone è «capace di intendere e di volere» e «non è affetto da disturbo psichiatrico ascrivibile alla più recente e accreditata nosografia psichiatrica».

Lui «è un soggetto che al momento del fatto è quindi da ritenersi capace di intendere e di volere ed è in grado di partecipare coscientemente al processo». Tuttora sposato con Carneiro (è il terzo marito, unico ancora vivo) Trifone per l'accusa aiutò la 49enne a portare a termine l'omicidio. Secondo la ricostruzione degli investigatori Trifone viaggiava sul sedile del passeggero della Opel che uccise Ravasio, mentre alla guida della macchina c'era Igor Benedito, figlio della 49enne, anche lui imputato. Secondo la relazione svolta dal consulente della difesa Cesare Maria Cornaggia, invece, Trifone, era affetto da «una grave disfunzione della personalità», era «incapace di intendere e volere» al momento del fatto. E le sue condizioni di stare in giudizio sono state giudicate «modeste ma sufficienti». Una tesi, questa, che è stata dunque smentita dalle risultanze scientifiche arrivate dalle esperte in materia.

Ora potrà partire la fase dibattimentale

Gli accertamenti del caso hanno quindi conosciuto la parola fine, dando così avvio a quello che rappresenterà il momento clou dell’iter giudiziario, ovvero la fase dibattimentale. Bisognerà attendere lunedì 5 maggio per poter mettere insieme ulteriori tasselli. In quella data il processo tornerà infatti nell'aula intitolata a Falcone e Borsellino dell'assise bustese, dove è previsto l’ascolto dei primi testimoni dell’accusa.

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