Studenti delle medie al cinema per confrontarsi su bullismo e cyberbullismo
Per i docenti dell'istituto di Vittuone l'antidoto a queste problematiche è "aiutare a i ragazzi a socializzare anche fuori dai social"
![Studenti delle medie al cinema per confrontarsi su bullismo e cyberbullismo](https://primamilanoovest.it/media/2025/02/vittuone-medie-bullismo-cinema-420x252.jpg)
Una lezione diversa ed emozionante quella a cui hanno partecipato gli studenti della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Vittuone, che in settimana hanno avuto l’opportunità di assistere alla proiezione del film Il ragazzo dai pantaloni rosa presso il CineTeatro Agorà di Sedriano.
Studenti delle medie al cinema per confrontarsi sul bullismo
L’iniziativa, organizzata nell’ambito della Settimana contro il bullismo e il cyberbullismo ha offerto agli studenti numerosi spunti di riflessione su temi sfortunatamente attuali e di grande impatto sociale, come spiega il professor Daniele Ciacci, responsabile delle iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo dell’istituto:
«Il film tratta della vicenda di Andrea Spezzacatena, un ragazzo che nel 2012 si è tolto la vita a causa delle continue prese in giro. Nonostante la terza media sia un periodo un po' particolare, i ragazzi hanno recepito bene la pellicola, in particolare diverse alunne si sono commosse. Questo dimostra come il cinema possa essere un ottimo strumento didattico, che fa leva sull'emotività e sull'empatia. Sicuramente un film del genere deve essere mostrato ai ragazzi senza perbenismo, ma facendo loro passare il messaggio di fondo e analizzando quelli che sono i problemi messi alla luce. Uno di questi è che lo smartphone non è solo un telefono, ma uno strumento che i ragazzi non sanno usare».
Per il docente l'utilizzo del web e dei social media deve quindi essere insegnato al momento giusto, cioè non troppo presto:
«Ma si parla anche di solitudine, di alienazione sociale e di adulti incapaci di comportarsi come tali, troppo amici dei figli o semplicemente a loro volta persi in dinamiche disfunzionali. Da questi adulti i ragazzi non si aspettano e non possono aspettarsi aiuto, si viene a creare un clima di sfiducia. L'antidoto? Forse aiutare a i ragazzi a socializzare anche fuori dai social».