Osteopatia: un approccio non farmacologico a diversi disturbi
I disturbi più o meno gravi che possono interessare un individuo sono particolarmente numerosi e, a seconda dei casi, richiedono uno specifico trattamento o anche una combinazione di più trattamenti. È per esempio il caso di patologie per le quali è dapprima necessario un approccio chirurgico e in seconda battuta una terapia farmacologica.
Per quanto la chirurgia e i trattamenti farmacologici siano i più diffusi per curare determinate problematiche, non sempre è necessario fare ricorso a essi. Esistono infatti disturbi affrontabili con il ricorso a discipline come per esempio l’osteopatia, che rientra nella categoria delle cosiddette “medicine complementari”.
La legge italiana l’ha riconosciuta da diversi anni come professione sanitaria a tutti gli effetti ed è conseguentemente aumentato nel tempo il numero di osteopati i cui studi sono ormai diffusi in tutta Italia; per questo motivo è alquanto semplice individuare l’osteopata a Milano più adatto alle proprie esigenze.
Data la sua sempre maggiore diffusione, cerchiamo di conoscere meglio questa disciplina e di sapere per quali problematiche può risultare utile.
Cos’è l’osteopatia
Rifacendosi alla definizione OMS, l’osteopatia è una professione di contatto primario con competenze diagnostiche, di gestione e di trattamento esclusivamente manuale dei pazienti; tratta problematiche che interessano dai neonati (osteopatia neonatale) fino ad arrivare agli anziani (osteopatia geriatrica).
Per inciso, in ambito medico con “contatto primario” si fa riferimento al fatto che un determinato professionista sanitario è il primo contatto per il paziente, senza un intermediario precedente (per esempio il medico curante).
Una disciplina esclusivamente manuale
Ciò che caratterizza l’osteopatia è, come abbiamo accennato in precedenza, l’approccio esclusivamente manuale ai disturbi. L’osteopata opera ricorrendo a tecniche manuali non invasive.
In sostanza, non sono contemplate nell’ambito dell’osteopatia le terapie farmacologiche e quelle strumentali; non si ricorre quindi ad antinfiammatori, antidolorifici, antipiretici o a tecniche come la ionoforesi, la laserterapia, la tecarterapia ecc.
Venendo a mancare il ricorso a tali approcci terapeutici, l’osteopatia è di fatto priva di effetti collaterali.
L’osteopata agisce correggendo determinati squilibri
Alla base dell’osteopatia c’è il concetto dell’organismo umano come unica entità le cui parti sono interconnesse e si influenzano a vicenda. Sono gli squilibri nella struttura e nella funzione dell’organismo che causano determinati disturbi. Attraverso la manipolazione manuale, l’osteopata cerca di correggere questi squilibri favorendo di conseguenza il processo di guarigione.
L’osteopatia può trattare tutti i disturbi?
Ovviamente no; determinati disturbi e patologie richiedono il ricorso ad altre tipologie di trattamento; per esempio non sono trattabili da un osteopata le urgenze e le emergenze mediche, le infezioni, le malattie degenerative croniche e quelle in cui c’è un danno organico importante.
L’osteopatia è però una disciplina che in determinati casi può affiancare tecniche di medicina convenzionale (fisioterapia, geriatria, odontoiatria, pediatria ecc.).
Quando può essere utile il ricorso a un osteopata?
L’osteopatia può risultare utile per trattare alcuni disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico (cervicalgia, lombalgia, pubalgia, colpo di frusta, tendiniti, fasciti, dolori ad anca e ginocchio ecc.), dell’apparato masticatorio (malocclusioni e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare), del sistema neurologico (cefalea, vertigini, ernia del disco, sciatalgia ecc.).
Fra gli altri disturbi trattabili sono l’ernia iatale, la sindrome del colon irritabile, il bruciore gastrico, la fatica cronica, la stitichezza ecc.