Rho non dimentica i partigiani uccisi a Robecchetto e gettati nel Naviglio
In tanti nel pomeriggio di sabato, al cippo ricordo dell’eccidio per ricordare Alfonso Chiminello, Alvaro Negri, Pasquale Perfetti e Luigi Zucca

Il presidente dell'Anpi di Rho Mario Anzani: "Vogliamo tenere viva la memoria di questa orribile vicenda"
Uccisi il 13 ottobre del 1944 dopo giorni di torture
Rho non dimentica i ragazzi partigiani, che dopo giorni di torture il 13 ottobre 1944 furono portati a Robecchetto per essere fucilati e poi gettati nel Naviglio Grande nella zona della cascina Padregnana di Robecchetto. Questi i loro nomi: Alfonso Chiminello, Alvaro Negri, Pasquale Perfetti e Luigi Zucca. Un quinto, Cesare Belloni, benché ferito, riuscì a salvarsi in modo fortuito perché creduto morto. Soccorso dai contadini di una cascina e costretto a scappare e a nascondersi fino alla Liberazione, fu poi in grado di testimoniare ciò che era accaduto.
In tanti al Cippo che ricorda l'eccidio dei quattro giovani rhodensi
Erano in tanti nel pomeriggio di ieri, sabato, al cippo ricordo dell’eccidio per ricordare i partigiani uccisi dai rappresentanti dell'amministrazione comunale di Rho guidati dal sindaco Andrea Orlandi, ai sindaci dei comuni limitrofi ai soci dell'Anpi fino ad arrivare ai ragazzi delle scuole Tommaso Grossi e Mattei
Il presidente dell'Anpi Anzani: "Vogliamo tenere viva la memoria di questa orribile vicenda"
Dopo il silenzio e l’inno d’Italia, suonato dai componenti del Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale di Rho, e cantato da tutti i presenti, il presidente dell’ANPI di Rho Mario Anzani ha fatto un breve ricordo degli accadimenti del 1944, “Il senso della manifestazione di oggi non è una stanca e ripetitiva liturgia, il proposito è invece di tenere viva la memoria di questa orribile vicenda, per far sì che da essa tragga linfa il consolidamento, specie nelle giovani generazioni un saldo spirito civico e di una marcata coscienza democratica.