I pazienti oncologici diventano attivi con il progetto chiamato «Articolo 17»
Bellissima iniziativa realizzata grazie all’associazione «La lampada di Aladino»

Un canale YouTube dedicato all'esperienza che i pazienti Smart hanno vissuto o stanno ancora vivendo
L'oncologia dell'ospedale di Rho scelta come reparto di studio
I pazienti hanno il diritto di essere attivi. E’ questo lo slogan scelto da «Articolo 17», il progetto studiato per i malati oncologici da Thenewway in collaborazione con l’associazione brianzola Lampada di Aladino. Un progetto che ha «scelto» l’oncologia dell’ospedale rhodense diretta da Roberto Bollina come reparto di studio. Si tratta di un canale YouTube dedicato all'esperienza che i pazienti Smart hanno vissuto o stanno ancora vivendo e l’iniziativa, partita nei mesi scorsi, ora debutta con i primi due video, il primo di presentazione del progetto e il secondo con la narrazione di malati che sono stati in cura nel reparto dell'Asst Rhodense.
Ex pazienti contribuiscono con il personale medico a "scrivere" il diario del paziente
«Attraverso la messa in campo di quella che possiamo definire una scienza laica, cioè l’esperienza di chi ha vissuto direttamente la malattia e ne conosce da vicino le caratteristiche che non si possono studiare in nessun libro di testo, stiamo dando il via a una grande avventura che produrrà letteratura», afferma il dottor Roberto Bollina. Periodicamente il canale YouTube presenterà le «pagine» del diario del paziente, ma anche episodi con racconti sulla quotidianità che si vive nel reparto oncologico. Nel progetto sono coinvolti anche i volontari dell'associazione al fianco del personale sanitario durante le attività con i pazienti. «Il fatto di avere un’associazione come La Lampada di Aladino che collabora e porta avanti un progetto insieme a medici e infermieri del reparto, rappresenta un valore aggiunto.
Un percorso formativo per essere d'aiuto a chi è in difficoltà
Pazienti Smart e personale sanitario insieme, sono un connubio che favorisce lo sviluppo empatico di una relazione comunicativa con i pazienti». Nel secondo video i protagonisti sono i pazienti, Annalisa Radice ed Elena Parravicini, entrambe volontarie dell'associazione, che hanno «riletto» il loro percorso e lo hanno condiviso. «Dopo l’esperienza di malattia non volevo mettere un punto, ma al contrario volevo approfondire quello che era successo. Ho, quindi, deciso di intraprendere un percorso formativo per provare a essere di aiuto a chi si trovava a vivere una malattia come la mia. Perché paziente Smart significa anche paziente facilitatore».
Aiuta la mente e agevola il rapporto con il mondo sanitario
Tra gli obiettivi del progetto c'è di migliorare la presa in carico e il percorso di cura del paziente oncologico e nessuno meglio di chi quel percorso lo ha già fatto può aiutare medici e infermieri. «Essere un paziente Smart rappresenta un processo in continuo divenire - aggiunge Elena - Da un lato c’è la conoscenza vissuta della malattia e della terapia, dall’altro la volontà di capire di più, perché avere gli strumenti per assimilare i concetti medico scientifici 'aiuta la mente e accende lo spirito' e agevola il rapporto con il mondo sanitario».