CUORE D'ORO

Muore donando tutto al Comune di Parabiago

L'ultimo gesto d'amore Eugenia Belloni lo ha dedicato alla sua città

Muore donando tutto al Comune di Parabiago
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Il Comune di Parabiago diventa erede universale di Eugenia Belloni, pilastro del volontariato.

L'ultimo gesto d'amore per la sua città

Con la sua dipartita, oltre due mesi fa, aveva lasciato un vuoto profondo nella comunità locale. Ma la figura storica del volontariato dell’Alto Milanese è riuscita a stupire ancora.  Prima di morire il suo ultimo gesto d’amore lo ha dedicato alla sua città. E si è tradotto nella nomina sul testamento del Comune di Parabiago quale suo erede universale.

Ora il Comune deve fare l'inventario dei suoi beni

«Accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario della signora Eugenia Belloni». Questo il punto discusso giovedì sera in Consiglio comunale, dove il parlamentino ha espresso voto favorevole all’unanimità. Punto che il sindaco Raffaele Cucchi ha presentato in questo modo: «E’ stato richiesto al notaio di dare pubblicazione del testamento in oggetto. Testamento dal quale è emerso che l’erede universale dei suoi beni è il nostro Comune. Per poter dare corso alle attività di verifica e valutazione definitiva dei beni che la signora ci ha lasciato dobbiamo accettare l’eredità. Dopodiché daremo mandato al notaio stesso per fare l’inventario e accettare il patrimonio che ci è stato lasciato, compreso il pagamento delle tasse di successione. L’entità economica non la conosciamo ancora».

Gli scrupoli del consigliere Nebuloni

Il consigliere del Pd Giorgio Nebuloni, dal canto suo, ha chiesto se l’edificio - il riferimento era a «Casa Raffaella», ndr) fosse vuoto e se i fabbricati produttivi adiacenti fossero di pertinenza della casa. Sempre Nebuloni ha avanzato un suggerimento: «Facciamo un inventario, anche fotografico, di tutto ciò che contiene la villa. Un consiglio che mi sento di dare dopo l’esperienza avuta col Corvini negli anni ’80, quando sparirono oggetti di pregio, come camini. I beni non furono per niente tutelati e questa volta, conoscendo la signora Belloni, sono convinto che all’interno dell’edificio ce ne siano parecchi». Da qui la replica di Cucchi: «La villa oggi è vuota. Villa e capannoni non sono oggetto di questa accettazione di eredità, in quanto già donati in precedenza. Intanto abbiamo sostituito tutte le chiavi ed è presente la vigilanza privata. Quando la signora era in vita avevamo provveduto a fotografare tutto ciò che c’era all’interno della residenza. Eravamo preoccupati che potesse sparire qualcosa».

Per lei donare non era una novità

Quando era in vita, infatti, Belloni donò molte delle sue proprietà immobiliari a Piazza della Vittoria per dare vita a «Casa Raffaella», una realtà dedicata a chi vive in stato di fragilità, tra cui i bambini, in memoria della figlia Raffaella, scomparsa prematuramente a 14 anni per un tumore. A questi immobili, di cui finora il Comune godeva della nuda proprietà, si aggiungerà tutto il resto del patrimonio della donna. Eugenia è stata collaboratrice volontaria dell’ospedale di Legnano, ma anche  punto di riferimento per tutti i reparti, in particolare pediatria e rianimazione. Un altruismo, il suo, che era sfociato nella donazione al nosocomio di attrezzature e ausili all’avanguardia.
La stessa è stata promotrice in Pronto soccorso dell’iniziativa «Il sole nel cuore» e del progetto «La mia amica pediatria» pensato per i più piccoli.

In vita Belloni ricevette la benemerenza civica

Insieme al marito Sandro, nel 2010, era stata insignita dall’Amministrazione comunale della benemerenza civica come «persona di onestà cristallina e di incomparabile generosità, che ha fatto della rettitudine e dell’impegno civico uno stile e una ragione di vita». Un servizio reso «con abnegazione nel mondo del lavoro e con la generosa e volontaria collaborazione in favore dei più deboli e degli ammalati in particolare con dedizione e umiltà, segni distintivi di coloro che l’ammirazione umana elegge poi a modelli di vita».
A breve, sempre per volontà di Belloni, ci sarà la nomina del perito chiamato a redigere tutto l’inventario, per un lascito che, oltre ad essere stimabile a livello economico, è soprattutto simbolico.

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