Strade colabrodo, il parroco "bacchetta" l'Amministrazione

Don Francesco Corti contesta le manutezioni cittadine e rimprovera la Giunta. «Speriamo che le elezioni di primavera facciano il miracolo».

Strade colabrodo, il parroco "bacchetta" l'Amministrazione
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Strade colabrodo, don Francesco Corti contesta le manutenzioni cittadine.

Strade colabrodo, il parroco tira le orecchie alla Giunta

Le strade «penitenziali» del Comune di Malnate sono finite nel libro «nero» di don Francesco Corti. Il parroco, infatti, ha contestato duramente lo stato delle manutenzioni cittadine, tirando per la giacchetta gli amministratori comunali. «Un grazie a Dio Padre – ha scritto don Francesco – è per le strade penitenziali della città. Una buca, un taglio stradale, un sasso, una duna, una striscia mancante, un tappeto colorato e sicuro per bambini e ragazzi e una buca pericolosa qua e là per adulti e anziani. I materiali necessari non ci mancano: siamo quasi pronti a un'ideale Intifada, da far invidia ai Palestinesi».

E spera nel miracolo delle elezioni

Il parroco di Malnate non si è tirato indietro, rincarando ulteriormente la dose: «Se venite a confessarvi da me – dice il sacerdote rivolgendosi ai fedeli – come penitenza vi mando a fare settanta metri a piedi in viale Delle Vittorie o in via Volta: è vero che in quest'ultima c'è una sede di partito (PD) che potrebbe dare adito a favoritismo. Ma i 2000 fedeli che frequentano la messa domenicale e che passano per quella via non contano proprio nulla? Speriamo che le votazioni di primavera facciano il miracolo. Dopo i vari interventi sotto il manto stradale, a dire il vero necessari, Malnate aspetta un pacco dono nel nastro d'asfalto che vada ben oltre via Volta. Noi pedoni e automobilisti saremmo grati ai nostri amministratori». Tra le questioni sollevate, questa volta in chiave positiva, dal parroco non ci sono solo le manutenzioni: «I servizi sociali del Comune – spiega – la solidarietà, le associazioni, le strutture, gli enti e le Caritas mettono al centro quotidianamente i poveri. E' il caso di dire con don Francesco: non amiamo a parole, il tanto lavoro è spesso discreto e silenzioso, reale e disinteressato».

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